In Commissione lavoro alla Camera sono in corso delle discussioni per l’introduzione di una misura strutturale che permetta a tutte le donne di andare in pensione dopo 35 anni di contributi e con un assegno penalizzato di circa il 30%. Intanto però una norma introdotta della Legge di Stabilità 2016 permette alle lavoratrici di scegliere l’Opzione donna che consente di accedere ad una pensione anticipata.

E’ richiesta, però, la presenza dei requisiti anagrafici e contributivi necessari appunto per la pensione anticipata, maturati entro il 31 dicembre 2015. In breve possono accedere all’opzione donna le lavoratrici dipendenti che nel corso del 2015 hanno maturato i 57 anni e 3 mesi di età. Per le lavoratrici autonome invece sono richiesti i 58 anni e 3 mesi di età. L’Inps con il messaggio n.283 /2016 ha quindi annunciato la ripresa della lavorazione delle pratiche di pensionamento. Le sedi distribuite su tutto il territorio nazionale sono quindi state chiamate a procedere alla lavorazione immediata delle richieste di pensionamento.

Ebbene precisare infatti che c’era stata una sospensione delle istanze di pensionamento alla fine del 2014, proprio perché l’Opzione donna era da considerarsi un regime sperimentale.Tale regime grazie alla proroga della Finanziaria 2016 potrà quindi continuare anche nel 2016.

Cosa prevede l’Opzione donna?

L’Opzione donna permette dunque di andare in pensione anticipata con una decurtazione dell’assegno pensionistico il cui importo viene calcolato con il metodo contributivo. Ebbene precisare che la decurtazione dell’assegno cambia in base a 2 parametri: in primis in base alla carriera della lavoratrice e poi in base ai periodi in cui sono stati versati i contributi. Da ciò ne consegue che la decurtazione dell’assegno può variare da caso a caso.

Il metodo contributivo è in ogni caso più penalizzante rispetto al retributivo, proprio quest’ultimo prevede dei coefficienti di rivalutazione più alti rispetto a quelli applicati al metodo contributivo Il sistema di calcolo contributivo si basa poi sui contributi versati dal lavoratore durante tutto il periodo in cui ha lavorato (montante contributivo). Grazie ad un coefficiente di trasformazione, i contributi versati vengono poi convertiti in pensione. La decorrenza della pensione si colloca per le lavoratrici autonome, dopo una finestra di 18 mesi, mentre per le lavoratrici dipendenti, dopo una finestra di 12 mesi.

Quali gli altri aggiornamenti in tema di pensioni?

Mentre si attende una circolare dell’Inps che recepisca tutte le novità introdotte dalla Stabilità 2016 sull’Opzione donna, resta però ancora aperta la questione di quelle donne che sono nate negli ultimi 3 mesi del 1957 e 1958.

Il Governo però, in tal senso, non sta solo pensando ad una maggiore flessibilità in uscita per le lavoratrici donne. Sono infatti tutt’altro che accantonate le problematiche relative alla quota 100 e alla quota 41 proposte dal presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano, il quale ha ribadito recentemente che per l'Italia quest'anno sarà quello della flessibilità. La proposta di Damiano prevede, per coloro che hanno compiuto 62 anni e 7 mesi, con 35 anni di contributi già versati, una pensione anticipata che comporta una penalizzazione dell’8% sull’assegno. Il dibattito politico sul tema delle Pensioni dei lavoratori precoci sembra inoltre esser proteso anche verso la soluzione del prestito pensionistico.