In una situazione di forti dubbi sulla concreta iniziativa da parte del Governo di mettere mano al capitolo Pensioni, in primo luogo rispetto al tema della flessibilità in uscita, alcuni segnali positivi sono giunti dal sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, il quale, all’interno del Convegno “Contrattazione e rappresentanza, la via maestra del dialogo”, ha a grandi linee riesposto le idee delle sottosegretario alla presidenza del consiglio Nannicini e riaffermato come l’introduzione della flessibilità in uscita nel sistema pensionistico sia assolutamente nell’agenda di governo, con prospettiva di intervento entro la prossima operazione finanziaria.
Baretta ha espresso il suo favore rispetto alla flessibilità, definendola non unicamente una risposta sociale bensì anche economica,“ considerato l’enorme bisogno di ricambio del mix generazionale”. Il sottosegretario afferma inoltre che bisognerebbe cominciare da subito, senza aspettare la Legge di Stabilità 2016, e farlo considerando anzitutto gli aspetti economici della questione: il costo di attuazione e dell’immediata esposizione dell’anticipo. L’emendamento della legge Fornero non dovrebbe essere svolto per Nannicini prendendo in esame gli aspetti tecnici connessi al calcolo dell’età, ma piuttosto indirizzarsi verso la rigidità in uscita, che Baretta aggettiva come “insopportabile sia dal punto di visto sociale che economico”.
La sua conclusione è fiduciosa: “Credo che entro quest’anno avremo le condizioni per risolvere il problema”.
Le manifestazioni del 2 aprile, Damiano, esodati ed Opzione Donna
Intanto i sindacati coalizzati hanno propalato la notizia che sabato 2 aprile ci saranno manifestazioni in tutto il Paese per sollecitare e portare il governo ad una mobilitazione, alla luce della sua mancata risposta nel risolvimento della vertenza pensionistica. Cgil, Cisl e Uil, secondo il comunicato ufficiale, affermano che “Il governo non ha voluto fino ad ora aprire un dialogo sul tema pensioni come richiesto in ultimo dai segretari generali del presidente del Consiglio. Piuttosto, ad aggravare la situazione, è cominciato un attacco alle pensioni di reversibilità e sta proseguendo una discussione che, assente ogni proposta del governo, si focalizza sull’azione di scaricare il costo di ogni modifica interamente sui lavoratori.
Tutto ciò sta avvenendo mentre i problemi si acutizzano sia sul lato dell’occupazione giovanile sia su quello della condizione di lavoro di chi ha mansioni faticose e pensati, dei precoci e di coloro che perdono il lavoro e rimangono senza reddito”.
Quanto richiesto dai sindacati è in primis la riforma del sistema previdenziale, cioè un massiccio intervento sulla manovra Fornero: misure idonee per le pensioni future dei giovani e delle donne e per i lavoratori vicino al pensionamento che necessitano il riconoscimento della flessibilità in uscita e anticipo della pensione a 41 anni di contributi, senza contemplare alcun legame immediato con l’attesa di vita. Intanto Cesare Damiano dichiara sui social ancora una volta come il 2016 debba essere l’anno della flessibilità pensionistica, ed anche quello in cui si risolverà la questione degli esodati, tramite la giusta tutela dell’ottava salvaguardia. A settembre, invece, sarà monitorato il contatore delle risorse volte a prolungare l’Opzione Donna.