In vista dell’appuntamento di protesta sindacale su scala nazionale che si avrà giorno 2 aprile, in cui Cgil, Cisl e Uil chiederanno al governo risoluzioni in merito ai temi della flessibilità in uscita, degli esodati e quota 96, Walter Rizzetto, vicepresidente della commissione Lavoro e deputato di Fratelli d’Italia, fa in breve il punto dell’attuale soluzione ed espone alcune proposte per intervenire nella materia pensionistica, premettendo che secondo il suo parere l’azione sindacale avrà efficacia relativa in quanto la prospettiva del governo Renzi non è al momento basata su un largo dialogo con i sindacati.

Estensione di Opzione donna agli uomini

Rizzetto definisce la propria proposta di ampliare le tutele previste da Opzione Donna agli uomini del paese “una della soluzioni” ed afferma che “è evidente che le donne hanno avuto durante la loro vita alcune mansioni in più, come gravidanza, accudimento dei figli e di persone probabilmente in cattiva salute. È però anche vero che possono esserci uomini nelle medesime condizioni. Ad esempio i maschi sposati, che possono aver seguito la stessa strada”.

La soluzione è esattamente quella di un’uscita volontaria dal mondo del lavoro a 57/58 anni anche in rapporto agli uomini, visto che “se vogliamo parlare di parità di diritti, L’Opzione Donna è una possibilità che va offerta anche agli uomini, nonostante sia senz’altro un’opzione con un certo costo.

L’Inps ha calcolato infatti che la spesa necessaria per sostenere l’uscita di 36.000 donne dal mercato lavorativo usufruendo della soluzione in discussione sarà di circa 2,5 miliardi.”

L’attuale situazione e relativi problemi

In merito alla questione della parità di diritti tra vecchie e nuove generazioni Rizzetto si è così espresso: “Le buste arancioni forniranno un quadro delle Pensioni che si prenderanno, un primo inizio dunque per raccogliere dati e capire un po’ cosa accadrà.

È però evidente che sino a poco tempo fa consideravamo soltanto il sistema retributivo, si dava luce alle pensioni d’oro e si faceva la legge Mosca che garantisce prestazioni pensionistiche a chi non ha mai versato contributi, legge che il Pd non vuole abrogare. La realtà è che le disparità tra vecchie e nuove generazioni saranno profonde, e quindi la politica deve intervenire su questa problematica, perché c’è il rischio di creare problemi più grandi della legge Fornero.”

Il governo e la proposta Inps di penalizzazione

In merito all'azione di governo il deputato di Fratelli d’Italia teme che non ci sarà nulla sino alla prossima legge di stabilità e commenta che “ci sarà anche il problema che in pochi mesi cambierà l’aspettativa di vita e la proposta di Damiano di uscire dal lavoro a 62 anni più qualche mese non sarà più percorribile.

Personalmente eliminerei all'istante il riferimento all'aspettativa di vita.”

Interrogato sul suo parere circa la proposta Inps di penalizzare le pensioni con un 3% annuo, Rizzetto osserva che le prime manovre vanno effettuate per la quota 41, che porterebbero via dal lavoro parecchia gente che lavora sin da giovane età. In merito alle proposte di Boeri, si sonderà il parere degli stessi pensionati per definire quale penalizzazione sia sostenibile. Il vicepresidente alla commissione Lavoro chiude dicendo che “finché la soglia starà di un qualche punto percentuale sotto il 5-6% si tratterà, penso, sempre di uno sforzo sostenibile per chi va in pensione”.