Com'è ben noto, nel marasma che è diventato il settore pensioni da un po’ di tempo a questa parte, l’ambito delle Pensioni di reversibilità sta destando molte preoccupazioni, soprattutto in rapporto a quelle che sono le potenziali conseguenze dell’articolo 3 della delega operata dal Governo. A proposito dell’argomento i sindacati hanno avuto un incontro a Catania con i parlamentari nazionali, chiedendo a questi ultimi un impegno congiunto per risolvere la generale impasse pensionistica. Fnp Uilp e SPI unitamente a Cgil, Cisl e Uil hanno presentato il loro “Documento sulle pensioni” durante questo meeting all’Hotel Nettuno.

Sono stati reclamati una rivalutazione del potere d’acquisto delle pensioni, l’equiparazione del prelievo fiscale sulle pensioni a quello dei lavoratori dipendenti, il ripristino della flessibilità ed il riconoscimento del ruolo delle donne nella cura sociale. Ma ciò che è stato discusso maggiormente è stata l’apprensione rispetto al tempo della reversibilità, come è stato sottolineato dai tre segretari delle sigle dei pensionati Lombardo, Gatto e Meli, che hanno analizzato il problema esponendo le seguenti idee:

“È in previsione la razionalizzazione delle prestazioni assistenziali ed anche previdenziali attualmente sottoposte al reddito IRPEF detenuto dagli eredi, figli e coniuge superstite.

L’articolo 3 della delega del Governo implica che tali prestazioni siano sottoposte all’ISEE, integrando queste prestazioni tra quelle di natura assistenziale. La conseguenza sarebbe che, stante questa norma, le pensioni di reversibilità saranno legate nel futuro non più al reddito individuale bensì a quello familiare e del patrimonio, e cioè che l’accesso a tale prestazione verrebbe limitato a ben poche persone, senza la considerazione che la reversibilità non è parte delle prestazioni assistenziali ma una tutela d’ordine previdenziale ottenuta dai lavoratori attraverso il pagamento dei contributi."

L’intervento di Vivoli

Sullo stesso tema c’è stato un pronunciamento da parte di Massimo Vivoli, presidente dalla Federazione italiana pensionati delle attività commerciali e di Confesercenti, che ha segnalato sotto quali aspetti andrebbero effettuate le riforme.

Subito coinvolte nel suo discorso le pensioni di reversibilità “La Fipac vuole evidenziare, in rapporto al disegno di legge delega di contrasto alla povertà ed alla prevista razionalizzazione sulle pensioni di reversibilità, quanto sia necessario separare la spesa assistenziale da quella previdenziale: non è possibile supportare il contrasto alla povertà, manovra necessaria ma attinente al campo dell’assistenza, ricavando risorse dalle pensioni di reversibilità che sono invece prestazioni previdenziali.”

Lo stesso Vivoli ha indicato un altro punto su cui operare, quello cioè del favorimento dei consumi attraverso un innalzamento del potere d’acquisto dei pensionati e dei lavoratori.

Secondo le sue parole infatti: “Una maggiore facoltà di spesa potrebbe avere infatti un effetto positivo sull’incremento dei consumi interni, basilari per una reale ripresa economica e di occupazione. I pensionati italiani non hanno ricevuto il bonus degli 80 euro e continuano ad essere tra i più tassati d’Europa. Milioni di anziani hanno ancora oggi pensioni insufficienti, il 40% di essi possiede un importo previdenziale sotto i mille euro mensili lordi”.