In merito al prossimo concorso a cattedre, abbiamo più volte parlato delle grandi difficoltà che si stanno incontrando in parecchie regioni nella formazione delle commissioni. Il sito specializzato 'Orizzonte Scuola', a questo proposito, si è chiesto quale possa essere il vero motivo di quello che appare come un 'boicottaggio' generale, da parte dei docenti di ruolo, verso questo compito. 

Ultime news scuola, sabato 9 aprile 2016: No dei docenti di ruolo alle commissioni, perchè?

Certamente, il compenso irrisorio proposto dal Ministero dell'Istruzione rappresenta una delle ragioni (se non forse quella principale) per la quale gli insegnanti non intendono candidarsi nel ruolo di commissari o di Presidenti.

In secondo luogo, c'è il mancato esonero dal servizio. Molti docenti ricorderanno, senz'altro, quanto accadde nel 2012 in occasione del concorso Profumo, quando le commissioni furono costrette a lavorare alacremente nel mese di agosto per riuscire a completare le operazioni in tempo e permettere le assunzioni. Il prossimo concorso, sul piano della tempistica, sarà forse peggio, visto che siamo già abbondantemente in ritardo rispetto alla tabella di marcia preventivata. Quale docente sarebbe disposto a sobbarcarsi, nei prossimi mesi, un'enorme mole di lavoro ad un 'prezzo' così misero? 

Solidarietà e dignità professionale, oltre al compenso e al mancato esonero dal servizio?

Dunque, compensi irrisori e mancato esonero potrebbero essere le due ragioni principali delle grandi difficoltà che si stanno incontrando nella formazione delle commissioni esaminatrici ma non possiamo ignorare anche una terza ragione, quella legata alla solidarietà professionale che gli insegnanti intendono dimostrare ai 'colleghi' abilitati che si apprestano (controvoglia) a sostenere un nuovo e soprattutto ingiusto esame: molti di questi insegnanti lavorano 'spalla a spalla' con i docenti di ruolo e questi ultimi avrebbero detto di no alla candidatura come membro di commissione anche per solidarietà nei loro confronti.

Infine, non dimentichiamoci anche il discorso legato alla dignità professionale. La professione di insegnante continua ad essere bistrattata dal governo, anche e soprattutto dal punto di vista economico: la 'mancia' dei 500 euro del bonus formazione, unitamente ai premi per il merito hanno rappresentato un sonoro 'schiaffo' che non è stato certamente dimenticato. Siamo davvero sicuri che un eventuale aumento del compenso economico possa attirare i docenti di ruolo nel candidarsi come membri delle commissioni giudicatrici?