Non ci sono solo cattive notizie dalla nostra Previdenza Sociale. Con la pensione di agosto, alcuni pensionati, troveranno aumenti di assegno. Si tratta di un intervento previsto dalla Legge di Stabilità in vigore dal 1° gennaio 2016, ma che ancora non era stato messo in pratica. Ma chi sono questi pensionati e perché troveranno qualcosa in più di pensione?
Stop alle penalizzazioni
Un altro problema previdenziale, tra i tanti causati dalla riforma Fornero e dal Governo Monti, fu quello delle penalizzazioni inflitte sulle Pensioni anticipate a partire dal 2013. Coloro che raggiungevano il massimo dei contributi necessari per la pensione, che quindi potevano lasciare il lavoro per andare in quiescenza, si trovavano a dover accettare una pensione decurtata anche dell'8%. Si trattava di una penalizzazione per l’uscita anticipata che dopo il Governo Monti è stata oggetto di polemiche, critiche e di interventi normativi vari che ne hanno corretto il tiro.
Infatti, le penalizzazioni per l’uscita anticipata con il massimo dei contributi, sono state cancellate a partire dal 2015, cioè da chi usciva dal lavoro dal 1° gennaio di quell’anno. L’anomalia legislativa che penalizzava i lavoratori in pensione nel biennio 2013 e 2014 è stata risolta con l’ultima manovra finanziaria che ha stabilito di ricostruire l’ammontare di quegli assegni a partire dal 1° gennaio 2016. L’iter dovrebbe essere stato assolto del tutto e pertanto, con il rateo di pensione di agosto i pensionati otterranno una pensione più alta, al pari di quelli che sono usciti dal lavoro dopo il 2014.
Bisogna fare qualcosa?
La platea di soggetti che sono stati penalizzati in quegli anni dovrebbe aggirarsi intorno alle 28mila unità, la maggior parte donne per via dell’anno in meno necessario in termine di requisito di anzianità contributiva.
Infatti, in quegli anni, servivano 42 anni e 6 mesi di contributi agli uomini per andare in pensione senza limiti di età, mentre per le donne erano necessari 41 anni e 6 mesi. La decurtazione di assegno era fatta in base agli anni di anticipo per cui, un soggetto che magari ha abbandonato il lavoro a 57 anni, cioè quello che ha subito la decurtazione massima di assegno (8% più o meno), si troverà un aumento anche del 15% ad agosto, calcolando anche gli arretrati maturati dal 1° gennaio 2016.
Per qualcuno si tratta di aumenti anche di 1.000 euro all’anno, quindi cifre non proprio irrisorie. Da notare che nessun adempimento è richiesto ai pensionati, cioè non è necessario presentare istanze o domande all’Inps. L’Istituto infatti avvierà la classica ricostituzione di pensione d’ufficio, in maniera autonoma.
Per coloro che hanno credenziali di accesso e PIN per i servizi on line INPS, già adesso è possibile vedere il cedolino della pensione di agosto e controllare se ci siano o meno gli aumenti di cui parliamo. Non è ancora certo se il provvedimento riguarderà solo i lavoratori iscritti alla Assicurazione Obbligatoria, quindi i lavoratori dipendenti del settore privato o anche a quelli delle gestioni esclusive o separate che da tempo sono confluite nell’INPS (come gli ex INPDAD).