Si è concluso nella giornata di ieri il nuovo incontro tra Governo e sindacati in merito al tema della flessibilità previdenziale. "Al Ministero del Lavoro riunione tecnica per il tavolo di confronto che abbiamo avviato con il governo sulle Pensioni. Finalmente si sta entrando nel merito, anche se è ancora del tutto prematuro fare delle valutazioni precise" ha affermato in proposito Ivan Pedretti della Spi Cgil.

"Il nostro impegno è quello di cercare di portare a casa dei risultati importanti per i pensionati. Abbiamo già fissato un altro approfondimento tecnico per mercoledì 20 luglio" ha poi sottolineato il sindacalista, ricordando che il confronto con l'esecutivo prosegue ma un accordo appare ancora lontano. Al momento si dispone di un'idea a grandi linee di come dovrebbe funzionare il meccanismo dell'APE, ma restano ancora da chiarire le soluzioni in preparazione per chi sta vivendo situazioni di disagio dovute al tipo di lavoro svolto o ad uno stato di disoccupazione che si è protratto in età avanzata.

Riforma pensioni, si attende un pacchetto di misure per i precoci

Tra le questioni calde, continua a tenere banco anche la vicenda dei lavoratori precoci. Si tratta di persone che hanno iniziato a lavorare in giovane età (spesso prima dei 18 anni) e che non riescono ad accedere al pensionamento nonostante abbiano già maturato oltre quattro decenni di versamenti. Allo studio vi sarebbe un possibile "bonus contributivo", che dovrebbe garantire all'incirca sei mesi di contribuzione aggiuntiva per ogni anno lavorativo antecedente il raggiungimento della maggiore età. In questo modo, diverrebbe più semplice maturare la nuova soglia di pensionamento prevista con la normativa vigente. L'altro possibile intervento riguarda invece il meccanismo di accesso alla pensione anticipata: in questo caso si sta studiando un provvedimento che dovrebbe congelare l'adeguamento all'aspettativa di vita a partire dal 2019, aumentando il lasso di tempo nella maturazione degli scatti (attualmente fissato a 24 mesi).

Pensioni e carriere discontinue: si punta ad abolire le ricongiunzioni onerose

Nel frattempo prosegue anche la discussione sul tema delle ricongiunzioni onerose, una misura che dovrebbe andare in favore di chi ha avuto una carriera lavorativa discontinua e si trova ad essere ingiustamente penalizzato, avendo versato i propri contributi in diverse gestioni. La normativa attuale porta spesso il pensionando a desistere, oppure a dover pagare importi molto elevati per poter ricongiungere i contributi versati e maturare il diritto alla quiescenza. Allo studio vi sarebbe un intervento sulla legge 228 del 2012, oppure in alternativa un'apertura alla totalizzazione. Sul punto è più volte intervenuto anche il Comitato Opzione Donna, chiedendo di far consentire le ricongiunzioni con la gestione separata Inps e senza ulteriori oneri alle proprie iscritte, visto che il calcolo della futura mensilità è destinato ad avvenire in ogni caso con il sistema contributivo.

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