La Sistemi informativi S.rL. è una società interamente di proprietà della IBM, che ha avviato, il 16 giugno scorso, una procedura di licenziamento collettivo (mobilità) per 156 persone, dichiarando di fatto 156 esuberi. Per i lavoratori è un atto di violenza assolutamente ingiustificato visto che la chiusura del bilancio 2015 ha riportato un passivo quasi impercettibile, circa 118 mila euro.

La giustificazione del Direttore del personale: "E' un'azienda che deve ristrutturarsi per ricollocarsi sul mercato in modo adeguato". Una giustificazione assolutamente improponibile per quanti hanno perso l'occupazione.

Proteste dei lavoratori dei Sistemi informativi

Nonostante le proteste e gli scioperi dei lavoratori, l'azienda finora ha chiuso le porte a qualsiasi alternativa proposta dai lavoratori delle R.S.U. (ad esempio un contratto di solidarietà). Questa è la situazione attuale. Sulla faccenda ci sono ben due interrogazioni parlamentari: una di Fratelli d'Italia e l'altra del Partito Democratico.

Numerose famiglie sul lastrico

La vicenda rischia di lasciare sul lastrico numerose famiglie romane in un settore, quello dell'informatica, che da spazio principalmente solo ai giovani, mentre lascia agli anziani meno chance. Molte famiglie vengono, in questo modo, ridotte alla fame. Chi tutela queste famiglie e queste persone che in nome della crisi sono state licenziate? Come dicono molti di loro: "Riciclarsi a 45-50 anni non è facile e nessuna azienda prende lavoratori di questa età". E allora cosa si può fare per tutelare queste persone in difficoltà? Quali sono i rimedi che si devono adottare? Sono purtroppo problemi condivisi da molti altri lavoratori di aziende in tutto il territorio nazionale.

Rimedi per la crisi 

Bisognerebbe investire in innovazione e incalzare il mercato con prodotti informatici sempre più adatti ai clienti di queste società. Perciò la protesta di questi lavoratori deve essere tenuta in giusta considerazione e le loro richieste  devono essere ascoltate e capite e, per quanto possibile, esaudite.