La riforma della Pubblica Amministrazione attualmente in fase di elaborazione per opera del Ministro Madia si annuncia, stando alle ultime anticipazioni rilanciate dal Corriere della Sera, come una vera e propria rivoluzione copernicana. Stando alle ultime notizie riportate dalla celebre testata lo scorso 26 luglio già nella bozza della riforma ci sarebbero importantissime novità che, se attuate, trasformerebbero completamente il pubblico impiego e la concezione ormai diffusa di esso: il cosiddetto posto fisso degli impiegati statali infatti potrebbe sparire del tutto assieme agli scatti automatici, spazzando via in un colpo solo i perni su cui finora ha sempre poggiato la certezza che il posto fisso nelle pa fosse più sicuro di quello nel settore privato.
Posto fisso, addio
La fine del posto fisso è contemplata per l’esattezza a pagina 72 del decreto redatto dai tecnici governativi, norma attuativa più attesa tra quelle legate alla riforma approvata un anno addietro. Stando a quanto si legge nel testo infatti, ogni anno le amministrazioni dovranno comunicare al ministero eventuali “eccedenze di personale” risultanti sia da “esigenze funzionali” che “finanziarie”. Per chi risultasse “di troppo” scatterebbe la mobilità, con il trasferimento in un ufficio distante massimo 50 chilometri rispetto a quello di provenienza. Qualora ciò non fosse immediatamente possibile, le risorse eccedenti verrebbero messe in “disponibilità”, continuando a percepire l’80% dello stipendio più contributi fino a nuovo impiego.
Tale periodo può avere una durata massima di due anni, al termine dei quali se non si è riusciti a trovare un altro posto (anche accettando stipendi più bassi), il rapporto lavorativo “si intende definitivamente risolto”. Un meccanismo simile a quello attualmente esistente ma che allo stato attuale delle cose non comporta nulla per gli uffici e i dirigenti che ommettono tali comunicazioni.
Con le nuove regole invece scatterà lo stop delle assunzioni e procedimento disciplinare per il dirigente.
Scatti stipendiali e buoni pasto
Ulteriori novità riguardano anche i famosi scatti stipendiali, novità già nell’aria se si considera il lungo periodo in cui sono stati congelati. Brutte notizie per quanti speravano in un ritorno, con l’attuale bozza della riforma verranno eliminati in via definitiva.
Con le nuove regole ogni anno ogni dipendente verrà valutato dal proprio dirigente per il lavoro svolto e, in base a dette valutazioni, potranno scattare degli aumenti variabili in funzione delle risorse disponibili che potranno essere comunque erogati a una quota non superiore al 20% dei lavoratori di detta amministrazione. Ulteriori novità poi riguarderanno anche i famosi buoni pasto, uguali per tutti e dell0importo di 7 euro giornalieri, visite fiscale automatica per chi si assenta di venerdì e nei giorni prefestivi, conoscenze della lingua inglese obbligatoria per partecipare ai concorsi pubblici e procedimenti disciplinari più veloci contro gli assenteisti.