Crisi economica ed aumento dell’età pensionabile in seguito alla legge Fornero hanno contribuito negli ultimi anni all’incremento della platea degli ultracinquantenni disoccupati e impossibilitati ad andare in pensione per mancanza dei requisiti anagrafici e contributivi. Anche il Ministro del lavoro, Giuliano Poletti, ha mostrato preoccupazione per questa significativa fascia di lavoratori in stato di bisogno economico, rendendosi favorevole all’introduzione di urgenti misure in loro favore.

Ecco le dichiarazioni del Ministro Poletti in un suo recente video.

Dunque, tra gli interventi a favore degli ultracinquantenni senza lavoro, il Governo sta lavorando su vari fronti: da un lato si sta vagliando l’ipotesi dell’anticipo pensionistico non solo per coloro a cui mancano 3 anni per il raggiungimento dei requisiti, ma anche per coloro che hanno dai 50 anni in su; dall’altro, invece, ci si sta indirizzando su un nuovo versante: quello che dovrebbe aiutare gli ultracinquantenni a ritrovare lavoro. Tutto questo grazie all’impianto delle politiche attive, riconoscendo priorità alla ricollocazione di questi lavoratori nel mercato del lavoro ed il reddito di cittadinanza (o reddito di inclusione) per chi si trova in difficoltà economiche.

Ecco i provvedimenti che dovrebbero essere varati nei prossimi mesi.

1) Assegno di ricollocazione: cos’è e a chi è destinato?

Qualche mese fa era sono state attuate modifiche in materia di ammortizzatori sociali con l’introduzione del nuova indennità di disoccupazione (detta Naspi) e l’assegno ASDI in favore di chi ha più di 55 anni. Ora, si vuole introdurre un nuovo strumento, ovvero l’assegno di ricollocazione che verrà erogato mediante i cosiddetti voucher. In realtà, questo beneficio non sarà propriamente uno strumento di sostegno al reddito, in quanto i voucher serviranno per finanziare i centri per l’impiego o le agenzie di lavoro affinchè questi ultimi si impegnino a reinserire i lavoratori disoccupati nel mercato del lavoro, proponendo adeguata formazione ed un impiego. Ciò significa che da un sistema di supporto esclusivamente assistenziale, si passerà ad uno fondato sulla partecipazione attiva del lavoratore, il quale non dovrà ricevere un contributo economico ‘senza far nulla’, ma dovrà spendere le proprie competenze nel mercato del lavoro.

2) Reddito di Cittadinanza

Messa da parte per mesi questa ipotesi, ora si ritorna a discutere di reddito minimo di cittadinanza. Ricordiamo che nelle Regione Puglia è già partita questa sperimentazione, e chi avesse i requisiti può inoltrare la domanda collegandosi sul sito ‘Sistema Puglia’. Anche altre sperimentazioni partiranno a breve: ad esempio dal 2 settembre è possibile fare domanda per il Sostegno di Inclusione Attiva che permette di ricevere fino a 400 euro al mese.

Tornando al Reddito di Cittadinanza, nel disegno di legge (detto DDL Povertà approvato il 14 luglio) è stata inserita questa misura che sarà finalizzata ad erogare un sostegno economico ai soggetti più svantaggiati: anche questo, come il SIA, sarà erogato mediante social card a cui verrà poi affiancata da altre prestazioni erogate direttamente dai Comuni (ad esempio trasporti pubblici gratuiti, contributi per l’affitto, mensa ed altri benefici).

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