Un sondaggio condotto dal Monitor Allianz Global Assistance, in collaborazione con l'Istituto di ricerca Nextplora, rivela che ben il 20% degli italiani sarebbe disposto a lasciare il Paese e a stabilirsi all'estero definitivamente; il 16% lo farebbe solo per Lavoro temporaneo o studio. Il desiderio di trasferirsi all'estero, per necessità economiche o per voglia di cambiare vita, è confermato dagli ormai innumerevoli siti e blog che trattano temi di espatrio, molto visitati dagli italiani in cerca di informazioni utili sulle mete migliori da scegliere.
Le mete e le motivazioni
Il 41% degli italiani "in cerca di fortuna all'estero" si trasferirebbe in un Paese europeo, il 19% nel Nord America, il 13% sceglierebbe il Sudamerica e il 10% il Centroamerica.
A sorpresa, l'Oceania ottiene il 17% delle preferenze. Stilata anche una graduatoria delle città di provenienza dei potenziali emigranti nostrani. In testa alla classifica c'è Palermo, seguita da Roma, Milano e Napoli. Non si riscontrano grandi differenze tra Nord e Sud: la voglia di trasferirsi e di stabilirsi all'estero si avverte in tutto il Paese.
Ma il dato sorprendente è che ben il 49% degli italiani vorrebbe partire per un lungo viaggio e stare via per almeno tre mesi. Ciò che spingerebbe maggiormente gli intervistati a lasciare l'Italia sarebbe la voglia di cambiare vita, di rompere con la quotidianità.
Ben il 33% vorrebbe, invece, lasciare il proprio lavoro.
I giovani scappano alla ricerca di lavoro
Negli ultimi anni, sono stati più di 100.000 i giovani italiani che hanno cambiato residenza, trasferendosi all'estero. Le mete preferite sono Germania, Regno Unito, Francia, Svizzera e Stati Uniti e, ultimamente, molto gettonate sono anche le isole Canarie in Spagna. Il fenomeno si registra maggiormente a Milano, Roma, Napoli e Palermo. Tra i giovani emigrati molti sono laureati, i cosiddetti "cervelli in fuga"; la loro istruzione è costata allo Stato circa 25 miliardi e le loro competenze e genialità vengono, così, regalate ad altre Nazioni. A lasciare il Paese, dopo aver perso il lavoro e non aver trovato altro, anche tanti operai specializzati.