Mentre il mondo della Scuola è in subbuglio per i ricorsi per l'inserimento in GaE, è stato lanciato dal ministro Stefania Giannini il piano per la formazione docenti: le polemiche sono scoppiate immediatamente e riguardano due elementi. Il primo è strettamente pedagogico: la formazione così pensata avrebbe poco significato e poco valore – a dirlo, illustri esperti di didattica e pedagoghi.

Il secondo, invece, ha natura politica ed economica: innanzitutto, è probabile che si andrà ad un accrescimento dell'orario di servizio – la formazione dovrebbe essere in orario extra-curricolare – mentre sembra essere altrettanto probabile che questo orario di lavoro in più non sarà retribuito. E non è tutto: il ministro ha anche commentato – suscitando valanghe di polemiche – che è arrivato il momento che i docenti tornino sui banchi di scuola e rivedano le proprie metodologie didattiche. Ma intanto, la formazione sarà davvero obbligatoria?

Le critiche di esperti e pedagoghi sulla formazione docenti obbligatoria e strutturale

La formazione docenti diventa obbligatoria e strutturale e, come ha detto la stessa Giannini, i docenti dovranno tornare sui banchi di scuola. Le parole del ministro sono state ritenute offensive da parte di chi si dedica a questo lavoro da anni e decenni, ed è sembrata ancora una volta una 'battuta' volta a svilire la categoria, già ampiamente 'screditata' dal governo e dal sentire comune. Proprio su questo punto, è intervenuta la pedagogista Franca Pinto Minerva, la quale, pur sottolineando l'importanza della formazione, si sarebbe attesa qualcosa di diverso: la formazione come momento di riflessione di gruppo sulla propria esperienza didattica, lasciando perdere le tecniche, i corsi e i contenuti.

Marco Rossi Doria, invece, ha sottolineato l'ossessione per le competenze digitali, quando si dovrebbe insegnare agli allievi che non esiste soltanto il modo 'digitale' per rapportarsi con il mondo. Da parte di entrambi gli esperti, il tema è appunto quello dell'umanizzazione.

E lo stipendio? E l'orario di servizio? Critiche alla formazione docenti obbligatoria

Se, dunque, vi sono remore di carattere 'pedagogico' sull'organizzazione del piano per la formazione obbligatoria e strutturale dei docenti, i nodi realmente irrisolti riguardano l'orario di servizio e lo stipendio. A quanto sembra, infatti, la formazione consisterà in un numero di ore che andrà deciso all'interno delle Unità formative: la questione è che si svolgerà in orario extra-curricolare (pomeridiano, dunque) e senza alcuna retribuzione.

In un'azienda privata – dicono coloro che criticano questa organizzazione – la formazione viene pagata ai dipendenti proprio perché serve a portare un valore aggiunto. Le polemiche riguardano proprio questa forma di 'aziendalizzazione' (considerata negativa di per sé) che esclude anche i compensi aggiuntivi. Insomma, ancora una volta – questo si sostiene – si penalizza la categoria docenti e si risparmia sulla scuola, dicendo però l'esatto contrario. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.