In questi ultimi giorni, più volte il Leader della Lega Matteo Salvini ha ribadito la posizione del Carroccio in materia previdenziale. La Lega vuole abrogare la Legge Fornero in toto, senza fronzoli o interventi tampone quali vengono considerati l’Ape nelle sue varie versioni, la quota 41 e la salvaguardia esodati. Troppo aspri e troppo vessatori verso i lavoratori, i requisiti che la Legge Fornero ha inserito nella previdenza italiana.
Requisiti che non sono in linea con gli altri paesi della Comunità Europea, dove sembra si vada in pensione prima che in Italia. Il 2 agosto, come riporta il sito del quotidiano on line della Lombardia, newsbiella.it, l’Onorevole Simonetti, Parlamentare leghista, in conferenza stampa ha ribadito alcuni concetti fondamentali e proposto alcune soluzioni.
Riforma per davvero
La conferenza stampa si è tenuta alla Camera dei Deputati, con Simonetti che ha criticato duramente la Fornero. Per il deputato, la Fornero ha sortito effetti terribili sulle Pensioni, allontanando di molti i requisiti di accesso, sia anagrafici che contributivi.
Se il trend è questo, in assenza di interventi correttivi o di una vera e propria riforma, nel 2019 si andrebbe in pensione a 67 anni e nel 2050 a 70 o oltre. Critiche anche ai provvedimenti che secondo gli ultimi Governi, dovevano rendere più flessibile la pensione e ridurre i disastri della Fornero. L’Ape social o volontaria, quota 41 e tutte le otto salvaguardie esodati susseguitesi in questi anni, sono la conferma che la Legge Fornero, secondo il parlamentare, ha provocato enormi danni. Altrimenti perché pensare ad interventi come questi se non per l’inadeguatezza di una riforma che doveva durare per qualche anno, per superare la crisi e che invece continua e continuerà a sortire effetti pesanti.
Aspettativa di vita e pensioni comunitarie
La pesantezza delle riforma del Governo Monti era almeno giustificabile quando fu fatta, nel 2011, con l’Italia nel pieno della crisi economica globale e con lo spread impazzito. Il meccanismo dell’aspettativa di vita nasce per ridurre le uscite di soldi pubblici e per preservare le casse dell’Inps, sempre più in crisi. Il meccanismo iniziato con l’ultimo Governo Berlusconi si prefiggeva l’obbiettivo di unificare i requisiti per la pensione a tutti i paesi membri della UE. Così però non è stato e i lavoratori in Italia vanno in pensione più tardi rispetto al resto dei paesi della Comunità Europea. Simonetti munito di dati, ha ribadito come in Germani la pensione salirà a 67 anni solo nel 2029, 10 anni dopo l’Italia.
In Gran Bretagna o Austria, dove oggi si va in pensione a 65 anni (nella vicina Austria le donne ancora a 60 anni), si raggiungerà la soglia 67 anni solo dopo il 2028. Simonetti infine pubblicizza il Disegno di Legge depositato alla Camera che porta il suo nome come primo firmatario. Nella proposta leghista, il primo passo sarebbe congelare l’adeguamento alla speranza di vita per tutte le misure previdenziali fino al 2022, fermo restando che per quella data, bisognerà per forza di cose provvedere ad una vera controriforma della Legge Fornero, per dotare il sistema previdenziale di pensioni e misure, davvero flessibili e più spostate verso la previdenza che l’assistenzialismo.