Non si fa altro che parlare dell'argomento riforma Pensioni 2017 ormai, perché è diventata una tematica che suscita continuamente polemiche e forti discussioni tra i cittadini e i lavoratori del nostro Paese. In particolare, dopo le pungenti parole di Tito Boeri degli scorsi giorni, le ultime notizie riportate da Pensionioggi.it, parlano della possibilità di un'apertura da parte del Ministero del Lavoro alla correzione della Circolare Inps 196 del 2016 per ampliare la platea dei lavoratori dipendenti del settore privato che sono nati nel 1952 ad ottenere l'uscita anticipata a 64 anni e sette mesi.

Ad indicarlo sarebbe stato il sottosegretario al welfare Biondelli, nel tentativo di rispondere all'interrogazione posta in Commissione Lavoro dell'Onorevole Maria Luisa Gnecchi.

Riforma pensioni: ecco la questione

Il sottosegretario ha evidenziato come, nonostante l'apertura da parte del Ministero del Lavoro, l'Inps non avrebbe ancora provveduto a fare alcuna modifica sulla circolare. Come ormai noto, infatti, esclusivamente per coloro i quali lavorano nel settore privato è prevista una deroga per cercare di fermare gli effetti negativi nei confronti di quei soggetti che avrebbero ottenuto i requisiti necessari per l'accesso alla pensione di anzianità nel 2012.

Di conseguenza, i soggetti che entro il 31-12-2012 avevano almeno 60 anni di età, 35 di contribuzione e la cosiddetta quota 96, ancora oggi possono ottenere l'uscita anticipata al compimento di un'età non inferiore a 64 anni. Tuttavia, questo requisito è stato modificato per effetto del meccanismo legato all'aspettativa di vita e dunque nel 2016 e nel 2017 sono richiesti 64 anni e 7 mesi.

Il ritardo da parte dell'Inps

A seguito del confronto col Ministero del Lavoro, l'Inps avrebbe rivisto la circolare a riguardo e ha esteso il beneficio anche a chi non svolgeva lavoro dipendente nel settore privato mantenendo però la condizione che i requisiti contributivi per poter accedere all'uscita fossero derivanti soltanto da lavoro dipendente, escludendo quindi la contribuzione volontaria, quella figurativa e da riscatto che non è collegata al lavoro dipendente.

Ciò ha suscitato varie contestazioni e il Ministero ha specificato che anche le tre tipologie di contribuzione appena elencate devono risultare utili, nel caso in cui, congiuntamente agli anni di contributi effettivi come dipendente privato, questi permettano di raggiungere il requisito per accedere alla pensione di anzianità richiesta (35 e 36 per gli uomini, 20 per le donne). Adesso, quindi, si attende solamente l'adeguamento da parte dell'Inps che è già in ritardo e secondo la Gnecchi un qualcosa di ingiustificabile perché sta dilatando i tempi di pensionamento per molti lavoratori nati nel 1952. Per rimanere sempre aggiornati sull'argomento della riforma pensioni 2017 o sul mondo del lavoro e della scuola è possibile cliccare sul tasto "SEGUI" presente in alto accanto al nome dell'autore di questo articolo.