Nel 2004 un macchinista ferroviario di Albisola Superiore, in provincia di Savona, è morto per un tumore ai polmoni, causato da esposizione all'amianto, dovuta alla sua trentennale attività svolta nelle ferrovie dello stato. Dopo quasi quattordici anni da questo tragico evento, il giudice del Lavoro ha stabilito un risarcimento di 400.000 euro a favore degli eredi del ferroviere.

La vicenda giudiziaria

Il macchinista ligure aveva lavorato per le ferrovie guidando treni dal 1953 al 1983, poi aveva contratto un mesotelioma e questa brutta malattia lo aveva condotto al decesso nel settembre 2004. Il giudice Alessandra Coccoli ha riconosciuto il danno biologico e disposto un risarcimento di 400.000 euro a favore dei familiari del lavoratore per la perdita subita, al termine di una causa iniziata nel febbraio 2016.

Una sentenza significativa

La conclusione di questa vicenda assume particolare rilievo in quanto, a differenza di altri casi analoghi nei quali la soluzione del contenzioso è stata individuata in una conciliazione tra le parti, questa volta i familiari delle vittima dell'Amianto hanno evidentemente voluto andare fino in fondo, sino a giungere ad un pronunciamento del tribunale che entrasse nel merito della questione.

Nella sentenza il giudice ha tenuto conto sia del tipo di attività svolta dal defunto, una professione svolta interamente su mezzi nei quali è stata riscontrata in maniera inequivocabile la presenza di amianto; sia delle carenze aziendali in materia di informazione ai dipendenti sulla pericolosità di questa dannosa sostanza. Appare invece abbastanza discutibile la strategia difensiva delle ferrovie: gli avvocati difensori hanno sostenuto che il macchinista di Savona aveva precedentemente lavorato in un'officina metalmeccanica e inoltre era un fumatore; insomma, la colpa è di qualcun altro.

L'amianto: un male da eliminare per sempre

Sarebbe invece opportuno che tutte le imprese che per molti anni hanno utilizzato questo materiale prendessero atto dei danni alla salute provocati a tanti lavoratori e dei numerosi decessi causati dall'amianto, assumendosi davvero le proprie responsabilità.

È inoltre più che mai necessario che l'amianto venga davvero eliminato in maniera definitiva, con una bonifica radicale di edifici, strutture e macchinari, senza che siano più permessi compromessi e mezze misure.