Il governo Meloni appare deciso adintervenire in materia di riforma delle Pensioni andando oltre la legge Fornero, ma non per abolirla, come da promesse elettorali della Lega, bensì per modificare i “criteri di accesso al pensionamento” in senso più stringente.

Le ragioni della riforma del governo

Le motivazioni che stanno dietro a questo progetto sarebbero di natura demografica: siccome si vive più a lungo e nascono sempre meno bambini, per contenere la spesa pubblica sarà necessario mandare i lavoratori in pensione più tardi.

Nel Piano Strutturale di Bilancio si legge infatti che “L’allungamento della vita lavorativa costituisce una necessità”.

Le ipotesi a breve e a medio termine

La maggioranza intenderebbe, almeno in una prima fase, puntare sulla volontarietà alla permanenza al lavoro, con l'obiettivo di far rimanere in attività “le risorse ad alto know-how” e di favorire così “un efficace passaggio di consegne” nella pubblica amministrazione. Nel settore privato si dovrebbero studiare invece delle forme di incentivo al proseguimento della carriera lavorativa.

Nel medio termine invece le cose cambieranno. Per quanto riguarda l'anno prossimo saranno confermate le soluzioni per l'uscita anticipata Quota 103, Ape sociale e Opzione donna, che comunque già costituiscono una penalizzazione dal punto di vista economico chi sceglie di usufruirne.

Non si sente invece più parlare della proposta di Quota 41, cioè della possibilità di lasciare il lavoro al raggiungimento di minimo 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall'età anagrafica, nonostante la Lega, una delle forze di governo, ne avesse fatto uno dei cavalli di battaglia della propria campagna elettorale.

Non è all'ordine del giorno nemmeno l'innalzamento degli importi delle pensioni minime.

Gli italiani in pensione più tardi rispetto agli altri paesi europei

Stando al rapporto annuale dell'INPS, presentato alcuni giorni fa, l'età media reale di uscita dal lavoro in Italia è di 64,2 anni, più bassa dell'età legale dei 67 anni.

Siamo però al di sopra della media europea, che è di 63,6 anni. Nonostante questo il governo appare deciso nel progetto di innalzare ulteriormente i requisiti per l'accesso alla pensione anticipata: alzare il limite di età, per far tornare i conti di bilancio.

Tra i progetti del governo vi sarebbe anche quello di dare una spinta in direzione della previdenza integrativa. L'intendimento sarebbe quello di potenziare i fondi pensione incentivando il più possibile i lavoratori ad accantonare volontariamente una parte della propria retribuzione. Si pensa ad esempio a delle forme di tipo assicurativo.