Che sia per combattere l’evasione o per tamponare pratiche scorrette da parte dei datori di lavoro, fatto sta che dal 1° luglio sono entrate in vigore nuove norme sull’utilizzo del contante. Dopo gli acquisti e le pensioni, stavolta tocca agli stipendi. Stop agli stipendi pagati in contanti dunque, questa in sintesi la novità normativa in vigore dal 1° luglio. Continua dunque la stretta all’utilizzo del contante che da qualche anno i nostri Governi stanno attuando.
La novità riguarda la stragrande maggioranza dei lavoratori, ma non tutti perché esistono delle eccezioni.
Obiettivo limitare l’uso del contante
Si va completando il quadro normativo che da anni mira in maniera palese a combattere l’evasione fiscale. Il meccanismo adottato è sempre li stesso, rendere tracciabili i movimenti di danaro. Come riporta un recente articolo del settimanale “Panorama” i datori di lavoro non potranno più pagare gli stipendi ai loro dipendenti con danaro contante. Una stretta che si aggiunge a quelle già operative come per esempio quelle sulle pensioni. Dal 2012 infatti, il pagamento delle pensioni di importo superiore a 1.000 euro, viene fatto solo con accredito su conto corrente, libretto o carte prepagate.
Un limite superiore è previsto per le pratiche commerciali e gli acquisti delle famiglie che possono utilizzare il contante solo fino a 3.000 euro. Per gli stipendi nessuna soglia prevista, perché il divieto all'utilizzo del contante è a prescindere dall'importo dello stipendio. Novità questa che oltre alla lotta all'evasione mira a ridurre le pratiche scorrette messe in atto dai datori di lavoro. Tra queste i "fuori busta", gli stipendi pagati meno di quanto stabilito dai vari CCNL o erogati in misura inferiore a quanto riportato in busta paga.
Strumenti ammessi ed eccezioni
Dal 1° luglio gli stipendi non potranno più essere pagati in contanti, ma con strumenti tracciabili, quali bonifici o assegni.
Valide anche le erogazioni in contanti presso gli sportelli di banche e poste, cioè con bonifico domiciliato. Il giro di vite deciso dall’ultima Legge di Bilancio del Governo Gentiloni non prevede importi limite, ma a prescindere dalle cifre di stipendio, nessun pagamento in contante è legale. La novità riguarda tutti i tipi di lavoro dipendente anche con cooperative o con contratto di collaborazione (co.co.co) Solo nel lavoro domestico, quindi per badanti e colf o nel pubblico impiego le novità non saranno applicate. Rigide le norme e rigide anche le sanzioni per chi non si adegua. Infatti il datore di lavoro che non sottosta a questa normativa, può incorrere in pesanti multe con tetto massimo di 5.000 euro.