Il reddito di cittadinanza entra ufficialmente nella fase due. Anpal, l’Agenzia nazionale delle politiche attive ha infatti annunciato l’avvio, a partire da oggi, 24 giugno, delle convocazioni dei beneficiari “occupabili” per i colloqui di avviamento al lavoro. Si tratta di circa 120.000 percettori del reddito, a fronte di una platea complessiva di 480.000 beneficiari, che potranno anche andare incontro a sanzioni nel caso in cui non dovessero rispondere alle convocazioni dei centri per l’impiego.

A fronte dell’annuncio di Anpal, c’è però da rilevare la denuncia proveniente dalla Regione Lazio che lamenta l’assenza di procedure da seguire per le convocazioni oltre che la mancanza di un elenco dei beneficiari da convocare.

Fase due del reddito di cittadinanza, i colloqui per l’avvio al lavoro: previste sanzioni

Dopo l’erogazione dei primi assegni del reddito di cittadinanza e l’espletamento del concorso per i “navigator”, la fase due del reddito di cittadinanza prevede la convocazione dei beneficiari che dovranno sottoscrivere il patto per il lavoro finalizzato al reinserimento lavorativo.

Una procedura che sarebbe dovuta partire entro 30 giorni dalle prime erogazioni, avvenute ad aprile, ma che ha dovuto scontare il ritardo dovuto alle procedure concorsuali per il reclutamento dei 2.980 navigator che, comunque, non potranno entrare in servizio prima di agosto. Le convocazioni riguarderanno solo 120 mila sulle 480 mila famiglie assegnatarie del reddito di cittadinanza. Il 75% dei beneficiari, infatti, sono interessate da misure di inclusione sociale o di pensione di cittadinanza e quindi non devono sottoscrivere un percorso di inserimento nel mondo del lavoro.

I destinatari delle convocazioni da parte dei centri per l’impiego potranno incorrere in sanzioni nel caso in cui non dovessero presentarsi ai colloqui.

Il caso di mancata risposta alla prima convocazione, infatti, sarà sanzionato con la sospensione dell’assegno per un mese. Non presentarsi neanche alla seconda chiamata, raddoppierà la sanzione con la mancata erogazione del sussidio per due mesi. La terza convocazione rappresenterà l’ultima possibilità per il beneficiari in quanto, non presentarsi neanche in questa occasione vorrà dire vedersi revocare definitivamente l’assegnazione del reddito di cittadinanza.

Ricordiamo che il patto per il lavoro, e il conseguente percorso di reinserimento, dovrà essere sottoscritto da tutti i componenti del nucleo familiare dell’assegnatario. Sono infatti previste sanzioni, sotto forma di decurtazione dell’assegno, anche nel caso in cui uno dei componenti del nucleo familiare non partecipi alle iniziative di orientamento o ai progetti indicati dal centro per l’impiego dopo l’avvio del percorso di inserimento lavorativo.

Mancano le procedure per le convocazioni: la denuncia della Regione Lazio

La fase due del reddito di cittadinanza si prospetta, comunque, non meno difficoltosa di quanto sia stato l’avvio, con la definizione dei requisiti per l’accesso al sussidio e le procedure per la selezione dei navigator. Ne è un esempio la denuncia della Regione Lazio che, proprio nel giorno dell’avvio delle convocazioni annunciato da Anpal, sottolinea il ritardo nella definizione delle procedure per le convocazioni proprio da parte dell’Agenzia, con la conseguenza che i centri per l’impiego non sono messi in condizioni di attivare la fase due.