Indagati dalla Procura di Milano tre dirigenti dell’Istituto Don Gnocchi di Milano per la gestione della emergenza da Covid-19 a seguito di una denuncia-querela presentata da alcuni dipendenti. I tre devono rispondere dei reati di diffusione colposa dell'epidemia da Coronavirus e di altri reati in materia di sicurezza del lavoro. Si tratta del direttore Antonio Dennis Troisi, della direttrice sanitaria Federica Tartarone e del presidente del Consiglio di Amministrazione della Società Cooperativa Sociale Ampast, Papa Waly Ndiaye.
Presentata memoria a difesa corredata da corposa documentazione
Per i magistrati l’iscrizione dei tre nel registro degli indagati costituisce un atto dovuto per avviare le indagini. I legali dei tre indagati già nei giorni scorsi hanno depositato in procura una memoria per chiarire i fatti e dimostrare, con una corposa documentazione, l'infondatezza delle accuse rivolte. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Letizia Mocciaro.
I legali degli indagati: ‘Già dal 24 febbraio provvedimenti in recepimento protocolli Iss e Oms su Covid-19'
I legali, Antonello Martinez e Stefano Toniolo, che difendono i dirigenti dell’Istituto Don Gnocchi, in una nota diffusa alla stampa hanno dato in particolare alcune informazioni specifiche.
Rispetto all'impiego delle mascherine da parte degli operatori sanitari, quale dispositivo medico utile a contrastare il contagio da Covid-19, hanno precisato che, già a partire da 24 di febbraio, tutti i centri di Fondazione Don Gnocchi, compreso l'Istituto Palazzolo di Milano, hanno adottato “provvedimenti operativi” in recepimento ai protocolli indicati sulla materia dall'Istituto Superiore della Sanità e dell'Organizzazione Mondiale di Sanità. I legali dei tre indagati negano inoltre, parlando di accusa grave ed infondata, che questi provvedimenti adottati abbiano impedito agli operatori sanitari l’impiego di mascherine allo scopo di non spaventare l’utenza sulla gravità della diffusione del contagio.
I due legali inoltre hanno definito come una notizia destituita da ogni fondamento quella secondo la quale sarebbero stati tenuti nascosti numerosi casi di lavoratori contagiati.
Emergenza Covid-19: ispettori ministero al Pio Albergo Trivulzio
Una analoga indagine ha già investito nei giorni scorsi il Pio Albergo Trivulzio, noto alle cronache per essere stato l’oggetto della prima indagine che portò a Tangentopoli, dove il ministero della Salute ha inviato degli ispettori. Un altro fascicolo giudiziario è stato aperto per indagare su quanto sia accaduto alla Residenza Sanitaria Assistita privata di Mombretto di Midiglia, in provincia di Milano, nella quale si sono registrati 60 decessi riferiti al contagio da Covid-19.