Il Dieselgate non guarda in faccia nessuno e rischia di fare seri danni ai grandi costruttori mondiali. La vicenda Mitsubishi, spietata nelle sue conseguenze finanziare, non fa dormire sonni tranquilli neanche a Volkswagen, primo costruttore mondiale di auto. Prima di valutare quali sono i rischi per Wolfsburg, vediamo cosa è accaduto a uno dei più antichi costruttori giapponesi di auto, attivo una volta nella costruzione di carri armati e adesso affondato dallo scandalo delle emissioni inquinanti.
La manovra per acquisire Mitsubishi
Nissan aveva montato propulsori Mitsubishi accusati di emissioni truccate, e proprio Nissan è stata a denunciare per prima la vicenda, per non incorrere in sanzioni. Le conseguenze per Mitsubishi, che ha dovuto ammettere l'inconveniente, sono state il tracollo in borsa che ha affossato il valore dell'azienda, un po' come accaduto nel 2015 a Volkswagen. I tedeschi sono però un gruppo da dieci milioni di veicoli prodotti ogni anno, mentre Mitsubishi si ferma a poco più di un milione. Quando le sorti dell'azienda nipponica sembravano ormai segnate, è arrivato il soccorso del presidente di Renault-Nissan, Carlos Ghons.
L'uomo dei licenziamenti Renault ha dato l'ordine di procedere all'acquisto del 34% del capitale Mitsubishi per circa 2 miliardi di euro. Un'operazione che vede l'accusatore trasformarsi in salvatore, per questo vista come cinica per i vantaggi che deriveranno a Renault - Nissan: si rafforzerà la presenza nel mercato asiatico, si risparmierà in acquisti, piattaforme e saturazione dei poli produttivi e si darà vita al terzo player mondiale dell'auto, scalzando General Motors e inseguendo da vicino Toyota e Volkswagen.
Cosa rischia Volkswagen
Dopo questo precedente, insomma, Dieselgate farà rima con 'opportunità di mercato', e vedremo quale sarà il prossimo costruttore a cambiare padrone. Per mentalità e dimensioni oggi sembra improbabile che quello che è accaduto a Mitsubishi possa ripetersi con Volkswagen.
A Wolfsburg hanno però chiuso l'esercizio 2015 in rosso, e non accadeva dal 1993. Questo non perché il mercato vada male, ma perché è stato necessario accantonare oltre 16 miliardi per far fronte alle cause legali. Dunque sarà solo dopo l'iter della giustizia che sapremo quanta benzina resta nel serbatoio Volkswagen e se l'azienda tedesca si ritroverà in una posizione finanziaria che la costringerà al ruolo di preda. Da questo punto di vista la notizia che il fondo sovrano norvegese procederà a una causa legale contro i tedeschi è benzina sul Dieselgate. Il Norges Bank Investment Management è un vero colosso finanziario, un gigante con un patrimonio stimato in circa 850 miliardi.