Lo scandalo emissioni rischia di allargarsi e di diventare di proporzioni mondiali. I vertici di Mitsubishi, colosso giapponese, hanno ammesso nella giornata di ieri di aver taroccato i test sulle emissioni, esattamente come fatto da Volkswagen, E la "truffa", se così si può chiamare, non è una cosa recente: va avanti addirittura dal 1991. Com'è buona pratica nella cultura giapponese, alla fine i dirigenti hanno ammesso l'errore, si sono prostrati, hanno chiesto scusa e promesso rimborsi. Basterà?
La vicenda dello scandalo Mitsubishi
Tutto è cominciato quando, in seguito ad alcuni test su 4 modelli di minicar Mitsubishi, sono state trovate delle incongruenze tra le emissioni dichiarate dalla casa automobilistica e i test indipendenti.
Una volta scoperti gli altarini, i vertici della casa nipponica hanno ammesso: "sì è vero, abbiamo truccato anche altri modelli". Hanno però tenuto subito a precisare che i modelli attualmente in commercio in Europa e in America sono genuini e gli unici "trucchi" sono stati realizzati nel mercato interno.
Lo scandalo è stato sollevato dal quotidiano Asashi. Dopo l'uscita di un articolo che dimostrava come i dati sui quattro modelli di minicar fossero falsi, il giornalista ha messo in dubbio che anche i test su altri 9 modelli, tra quelli attualmente sul mercato e altri andati fuori produzione, fossero stati ritoccati. L'articolo ha costretto i vertici di Mitsubishi a tenere una conferenza stampa per smentire i dati non corretti, e purtroppo ammettere invece i propri errori.
Cosa accadrà adesso a Mitsubishi
Le conseguenze per Mitsubishi sono davvero preoccupanti. Secondo gli analisti se dovessero essere rimborsati soltanto i clienti dei modelli che la casa giapponese ha ammesso di aver spacciato come ecologici senza esserlo, e non fossero scoperte altre auto truccate, il costo complessivo dell'operazione potrebbe ammontare a circa un miliardo di dollari.
Quel che più conta è che l'immagine dell'azienda, che per 15 anni di fronte a tutte le richieste di chiarimento da parte dei clienti ha sempre negato tutto, ne esce indebolita. E si sa quanto i giapponesi ci tengano all'onore e alla correttezza. Per questo, per evitare il crollo del titolo e il rischio fallimento, si parla già di una possibile acquisizione di Mitsubishi da parte di Nissan a prezzi decisamente favorevoli rispetto a quelli che sarebbero stati solo qualche mese fa.