La polvere delle esplosioni di Bruxelles si è appena posata. La rabbia, l'incredulità, lo sconforto e la voglia di ricominciare a vivere continuano ad alimentare la moltitudine di articoli, commenti e discussioni che gravitano intorno ai terribili attentati avvenuti nella capitale d'Europa. Quattro immagini sintetizzano bene le reazioni umane a questa tipologia di eventi.
Le due donne insanguinate
Una impugna il telefono con la mano insanguinata e, probabilmente, sta cercando di contattare le persone a lei più care per tranquillizzarle sul suo stato di salute. La seconda donna mostra gli effetti della detonazione non solo con con il sangue che le scende dalla fronte o per via dei capelli pieni di polvere o per i vestiti ridotti a brandelli. Quello che rimane impresso di questa donna sono i suoi occhi incastonati in uno sguardo che trasmette, come un pugno nello stomaco, angoscia e disperazione. Lo smarrimento di quello sguardo è lo smarrimento di un popolo, quello europeo, che inizia ad avere veramente paura.
Le lacrime della Mogherini
L'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha un crollo emotivo che la spoglia del suo ruolo istituzionale e la mostra come semplice donna, madre, cittadina di una Europa che si scopre fragile ed incapace di difendere l'incolumità dei propri abitanti. L'umanità che traspare da quelle lacrime è quanto di più naturale si sia visto nelle giacche abbottonate degli asettici burocrati che animano la politica Europea di questi ultimi anni.
L' Europarlamentare molto attento alla sua immagine social
Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha pensato bene di sfruttare l'attentato per non sminuire la sua immagine presente sui social. Si è fatto fotografare mentre risale le scale di una stazione della metropolitana chiaramente chiusa ed inaccessibile.
Il suo sguardo non trasmette angoscia o paura, è il suo gesto a trasmette una tristezza ed sconforto per una classe politica che confonde la competenza con il numero dei “Like”.
La speranza e del riscatto
Un addetto ai bagagli dell'aeroporto di Bruxelles, Alphonse Lyoura, ha aiutato sette persone rimaste ferite nell'attentato allo scalo di Zaventam. Lyoura è diventato l'emblema degli uomini che non rinunciano alla propria umanità, il riscatto degli uomini migliori. Le sue braccia che sorreggono e traggono in salvo chi è tramortito dal dolore e dalla paura, sono le braccia di cui abbiamo necessariamente bisogno per continuare ad avere la giusta speranza per un futuro diverso e migliore.