Per chi non lo sapesse il Jobs Act è la riforma del diritto del lavoro in Italia introdotta dal governo Renzi. Le premesse, secondo i creatori, erano eccellenti. Questa nuova riforma creava nuovo impiego stabile, favoriva il reinserimento potenziando la rete dei servizi per l'impiego, maggiore tutela durante la maternità, aiutare imprese e lavoratori per favorire la produttività, nuovi strumenti per aiutare chi perde il lavoro, meno burocrazia per creare lavoro, ecc.

ecc. Tutti propositi che hanno fatto impazzire di gioia i poveri precari che vedevano di fronte a loro una possibilità di stabilizzazione.

Mentre il governo faceva propaganda per far piacere a tutti questa nuova riforma gli oppositori hanno stilato una lista delle cose che non vanno di questa riforma ma che nessuno dice. Come per esempio la facilità nel licenziamento, il controllo a distanza di ogni lavoratore che non ha più privacy, il minor uso della cassa integrazione, nessuna formazione adeguata, nessuna prevenzione sui rischi del lavoro, il titolo di studio diventa carta straccia e il precariato viene confermato e non annullato come viene fatto credere, ecc.

ecc. Mentre i punti di propaganda governativa vengono osannati, i secondi vengono ignorati se non insultati e accusati di odiare i giovani e il loro futuro. La legge entra in vigore e qualcosa non torna.

Il Jobs Act è diventano il manifesto del successo del governo Renzi. Nel 2015 la trasformazione da contratti precari a contratti indeterminati sono stati circa un milione, questo è stato possibile grazie allo sgravio contributivo che era di 8060 euro a lavoratore e quindi 24000 euro circa nel triennio. Già nel 2016 queste trasformazioni sono state il 78% in meno, visto che gli sgravi si sono dimezzati e non c'era più convenienza. Per ottenere questo il lavoratore non doveva avere un contratto indeterminato nei sei mesi precedenti.

Su questo punto c'è una piccola cosa che molti non sanno, ma che le autorità competenti invece si ma hanno chiuso un occhio: circa la metà delle trasformazioni citate prima non potevano usufruire della decontribuzione.

Circa 9 contratti su 10 erano illegali. Visto che su questi contratti mancava una causale precisa, oppure l'insegnamento o il progetto. Questo di fatto rendeva questi contratti già ufficialmente a tempo indeterminato e quindi non potevano avvalersi della trasformazione, quindi a loro non spettavano sgravi per la modifica contrattuale. L'Inps doveva monitorare su questo e invece si è ritrovato solamente a pagare. Questo scherzetto è un danno che vale miliardi di euro. Inoltre questa brillante riforma ha abolito l'incentivo di assunzione di persone disoccupate o cassaintegrate da talmente tanto tempo che si può temere un emarginazione definitiva.

E tralasciamo il fatto che il licenziamento è facilitato e i contratti a progetto, determinato e anche a vouchers hanno continuato a proliferare nel 2016.

Il nostro amato dittatore-democratico Renzi si fa vanto di una vittoria dovuta ad un imbroglio, visto che anche lui non è che sia stato proprio eletto. L'Italia che cambia lavoro, come titola il sito di autoproclamazione, non mi sembra che rispecchi proprio ciò che è la realtà.