I cittadini dell’avamposto italiano nelle acque del Mediterraneo non ne potevano più: per questo, alla prima occasione utile, hanno pensato bene di mandare un messaggio alla loro ormai ex prima cittadina che aveva fatto dell’“immigrazionismo” una vera e propria bandiera.
Lampedusa: Giusi Nicolini solo terza
Il nuovo sindaco di Lampedusa è Salvatore Martello. Attenzione, qui viene il bello: sia Martello che la Nicolini appartengono entrambi al Partito Democratico.
Ognuno, però, aveva i propri circoli di riferimento: la più classica delle spaccature in correnti all’interno di un partito è sfociata nella sfida elettorale che ha visto trionfare Salvatore “Totò” Martello, già sindaco dell’Isola delle Pelagie fino al 2001, rappresentante dei pescatori dell’isola e proprietario di alcune strutture alberghiere. Le 1.566 preferenze lo hanno incoronato nuovamente sindaco; alle sue spalle è arrivato Filippo Mannino con 1.116 voti. Poi, terza è arrivata Giusi Nicolini, portando a casa 908 voti.
Decisiva la sfida all’immigrazione?
“Ora deve cambiare tutto sul piano dell’accoglienza o, meglio, dell’organizzazione dell’accoglienza” sono state le prime parole di Martello appena è arrivata la conferma ufficiale della vittoria.
In frantumi, dunque, è andata la visione e il progetto politico, ma soprattutto mediatico, di Giusi Nicolini arrivata a raccontare la realtà di Lampedusa fino alla Casa Bianca, nell’ottobre scorso, davanti all’allora presidente degli Usa, Barack Obama, e a fianco dell’allora premier italiano, Matteo Renzi. Eppure, proprio Renzi aveva voluto la Nicolini nella segreteria nazionale del Pd: lo scorso 30 maggio, infatti, era arrivata la notizia dell’ingresso dell’ex sindaco di Lampedusa nella direzione del partito, scelta dal nuovo segretario. A nulla, però, è servita la spinta arrivata con la nomina di Renzi: a vincere, infatti, è stato un altro candidato del Pd. A Giusi Nicolini, inoltre, era stato conferito il Premio per la Pace dell’Unesco.
La giuria del Premio Houphouet-Boigny, infatti, aveva premiato l’ex sindaco per essersi distinta per la sua grande umanità e il suo impegno costante nella gestione della crisi dei rifugiati e della loro integrazione dopo l’arrivo di migliaia di rifugiati sulle coste di Lampedusa e altrove in Italia. I cittadini di Lampedusa però, non si sono fatti commuovere, e anzi, eleggendo Martello, hanno mandato un segnale preciso alla Nicolini e al Pd (da notare che la candidata della Lega ha ottenuto solo 231 voti).
Pd e immigrazione: da Lampedusa a Ventimiglia
Lo scontro nel Pd su una tematica come l’emergenza immigrazione che è andato in scena a Lampedusa, si è verificato anche in altre città. È il caso di Ventimiglia, dove il sindaco Enrico Ioculano, eletto col Partito Democratico, nel maggio dello scorso anno si autosospese dal partito assieme agli 11 consiglieri di maggioranza dello stesso schieramento.
All’origine del gesto, secondo Ioculano, c’era la mancata posizione a livello politico da parte degli organi centrali e regionali del Pd e del Governo nazionale, per risolvere la questione migranti che nei mesi precedenti aveva travolto la cittadina ligure.
Lo scorso 29 aprile, invece, lo stesso sindaco di Ventimiglia aveva espresso la sua contrarietà alla manifestazione in favore dei migranti, definendola “anacronistica, estemporanea, slegata e lontana dai bisogni della nostra città, dei suoi cittadini (ignorati da oltre due anni dai promotori) e delle persone in cammino”. Posizioni totalmente opposte, dunque, a quelle dell’ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini: ora, invece, occhi puntati su come si comporterà Salvatore Martello e quali saranno i suoi rapporti col Pd nazionale, ma soprattutto col territorio delle Pelagie.