“È il tempo forse di parlare coi gesti, far capire alla gente in modo mite e non violento”, sono state le parole con cui il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato di unirsi allo sciopero della fame. Quindi - ci si chiede -vedremo Delrio tra qualche settimana emaciato, debole e con la secchezza delle fauci? Nossignore: lo sciopero della fame è una vera e propria pagliacciata dal momento che si tratta di un’iniziativa svolta “a staffetta”. La protesta “per tenere alta l’attenzione”, infatti, è stata promossa in Parlamento dal senatore del Partito Democratico Luigi Manconi e verrà svolta assieme a insegnanti e studenti.
A turno.
Delrio supera anche Alfano
Chi credeva che peggio della posizione di Alternativa Popolare – partito del ministro degli Esteri, Angelino Alfano – non potesse esserci nulla, si deve ricredere. “Una cosa giusta fatta al momento sbagliato può diventare una cosa sbagliata – ha osservato Alfano – può diventare un favore alla Lega”. Pur di non sfilarsi dalle posizioni politically correct che oggi il sistema culturale sta imponendo e che mirano a imporre lo Ius soli senza se e senza ma, Alfano con uno dei suoi salti carpiati è riuscito a sventare una crisi di governo con una dichiarazione esilarante.
Sulla stessa linea di Alfano, dunque, si è inserito Delrio: pur di non dimettersi da ministro e creare una crisi di governo, l’ex sindaco di Reggio Emilia preferisce aderire a uno sciopero della fame a staffetta.
Bei tempi quelli di Pannella che non ricoprendo alcun incarico politico-governativo faceva sul serio lo sciopero della fame, riuscendo a sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle tematiche per cui si batteva.
Sciopero della fame fuori luogo
Ci si chiede come mai Delrio e i vari esponenti del Governo non abbiano inscenato alcuna protesta verso i numerosi casi di suicidio per motivazioni economiche: sono stati 81 quelli registrati in Italia nel primo semestre 2016.
Il dato ha registrato una crescita del del 20% rispetto a quanto rilevato nella seconda metà dell'anno precedente. Perché, dunque, non è stato lanciato uno sciopero della fame per chiedere provvedimenti in difesa degli imprenditori tartassati dal fisco o per le giovani coppie costrette a indebitarsi per comprare una casa e formare una famiglia?
La risposta è molto semplice: il consenso del Pd è sempre più in caduta libera soprattutto dopo l'inchiesta del Mondo di mezzo. Salvatore Buzzi, intercettato al telefono, confessava candidamente che gli immigrati rendono più della droga. La linea, anche in Politica sembra essere la stessa: secondo il recente sondaggio Ipr Marketing i partiti progressisti ottengono il 63% dei voti tra immigrati musulmani, il doppio rispetto alla media nazionale.
Ius Soli: scambio di accuse tra favorevoli e contrari
Tra le principali accuse lanciate tra i contrari e i favorevoli dello ius soli, c'è principalmente la scarsa conoscenza di quanto previsto dalla nuova legge. Cosa cambierebbe, dunque, nell'ottenimento della cittadinanza?
Un bambino nato in Italia diventerebbe italiano se uno dei due genitori risiede in maniera legale da almeno 5 anni in Italia. Nel caso uno dei due genitori provenisse da paesi extraeuropei, deve rispettare tre requisiti come disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge, avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, e deve superare un test di conoscenza della lingua italiana. L’altra modalità per ottenere la cittadinanza è quella del cosiddetto ius culturae, e passa attraverso il sistema scolastico italiano.
Cosa prevede, invece, quanto previsto dall'attuale legge? L'ottenimento della cittadinanza italiana oggi è regolata dalla legge n.91 del 5 febbraio 1992 che prevede l'acquisizione del diritto di cittadinanza attraverso lo ius sanguinis.
La cittadinanza viene trasmessa se almeno uno dei genitori è italiano. Chi invece nasce in Italia da genitori stranieri può richiedere la cittadinanza al raggiungimento dei 18 anni, esprimendo entro un anno la volontà di volerla acquisire. In questa discussione, però, viene dimenticato troppo spesso l'alto numero di stranieri che di diventare italiani proprio non ne vogliono sapere, rimanendo fedeli - come è normale che sia - alle origini della propria famiglia. La nuova legge, dunque, imporrebbe l'italianità anche a chi non vorrebbe. Ma si sa, chi è in cerca di voti a tutti i costi a certe cose non ci bada più di tanto.