Il divorzio breve è legge. Per sciogliere un matrimonio potranno essere sufficienti 6 mesi di separazione, contro i 36 richiesti dalla legge che istituì il divorzio in Italia 41 anni fa.

L'approvazione definitiva della Camera è arrivata dopo un iter iniziato lo scorso 8 aprile 2014 alla commissione Giustizia della Camera e passato per successive modifiche, l'ultima della quali il 18 marzo scorso al Senato.

Ora manca solo la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale perché sia possibile divorziare senza dover attendere 3 anni.

Divorzio breve: come funziona.

La legge sul divorzio breve approvata alla Camera, prevede la possibilità di accedere al divorzio dopo soli sei mesi in caso di separazione consensuale. In caso di separazione giudiziale, i termini di separazione passano a dodici mesi. In entrambi i casi, il periodo di separazione decorre dal momento in cui i coniugi si presentano davanti al presidente del tribunale per avviare la procedura.

Un'altra novità della nuova legge sul divorzio breve, prevede che, contrariamente a quanto avveniva finora, la comunione dei beni si sciolga nel momento stesso in cui il giudice autorizza i coniugi a vivere separati e la relativa ordinanza viene trasmessa all'ufficiale di stato civile.

Dal momento della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la legge avrà applicazione immediata, il che significa che potrà essere operativa anche per procedimenti già in corso.

La legge era stata già approvata dalla Camera il 29 maggio dello scorso anno, ma una nuova lettura si è resa necessaria per il fatto che in Senato è stata stralciata la norma che prevedeva la possibilità di accedere al divorzio immediato, cioè senza separazione, a causa delle numerose posizioni politiche contrarie, anche all'interno della maggioranza, che avrebbero rallentato il percorso di approvazione della legge.

Le reazioni all'introduzione del divorzio breve.

'E' una norma di civiltà' ha commentato Alessia Morani, del Pd, relatrice alla Camera del disegno di legge, e soddisfazione anche dal gruppo del Movimento 5 Stelle che ha rivendicato l'approvazione della legge come anche una propria vittoria, a dimostrazione del fatto che 'non diciamo sempre di no'. Unici voti contrari, sono venuti dalla Lega Nord, che aveva lasciato libertà di voto ai propri deputati.