Matteo Renzi parte da Bergamo per la campagna per il "Sì" al referendum costituzionale. Secondo quando affermato dal Premier, ne va del futuro del Paese e, senza un cambiamento, ci sarà l'ingovernabilità, perché mancando un partito con maggioranza, il rischio è di avere accordi sottobanco in Parlamento, insomma sarà: "un vero paradiso terrestre degli inciuci". Ufficialmente ieri si è aperta la campagna del Pd lanciando lo slogan "BastaunSì" nel giorno del Referendum day.

Ritorno al passato

Il Premier cerca appoggi riferendosi al passato, con accostamenti a personaggi molto importanti, e lo fa affermando che: "Anche Berlinguer parlava di monocameralismo" quindi ora, come allora, la riforma va fatta. Stando alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, grazie al monocameralismo si potranno ottenere dei risparmi sulle spese del nostro Parlamento da 945 parlamentari, arrivando a tagliare almeno 315 stipendi. È una questione etica e politica e questa, secondo il Premier, è la base su cui continuare. È un Renzi a tutto campo, che conferma di amare la politica, ma allo stesso tempo accusa che ci sono troppi politici in Italia, e per questo motivo bisogna cambiare con un "Sì". L'Italia deve andare avanti verso il futuro, e la fine del bicameralismo è la sola via possibile, proprio come affermava Enrico Berlinguer.

Magistratura e Referendum 

L'Associazione nazionale magistrati non intervenire nel merito della tematica del referendum costituzionale, ma dichiara: "sull'imprescindibile ed ovvio presupposto che la Costituzione sia di tutti i cittadini, rivendica il pieno diritto dei magistrati a partecipare al dibattito sul referendum, nelle forme da ciascuno ritenute opportune e compatibili con il codice etico". Le opposizioni attaccano il premier: il vicepresidente della Camera Di Maio accusa Renzi di coprire le amministrative con il referendum perché ha paura di perdere. D'altro canto, sono tutti d'accordo nel sostenere che se vincesse il "no", quindi se non passasse il referendum, il governo quasi sicuramente cadrebbe.

Lo stesso premier da tempo lo dice: "con la sconfitta al referendum andrei a casa".

Forti contestazioni

Mentre il premier parlava a Bergamo, dando il via alla campagna sul referendum costituzionale, una ventina di antagonisti si sono riuniti davanti al teatro Sociale, contestando a suon di slogan Matteo Renzi. Non sono mancati cartelli contro le ultime riforme del "governo del fare", con la scritta "hanno fatto un disastro e lo chiamano scuola".

Addirittura, all'interno del teatro, un contestatore è riuscito, prima di essere bloccato, a urlare: "Basta con la politica spettacolo!". Insomma, un clima tutt'altro che sereno, con le forze dell'ordine e gli agenti della sicurezza impegnati su più fronti nel cercare di contenere i vari gruppetti dei contestatori all'esterno.

Il capo del Governo, in merito a tali vicende, ha risposto in maniera provocatoria, affermando: Faremo una campagna con il sorriso. Faranno provocazioni e scontri, ma noi risponderemo con il sorriso e l'entusiasmo".