"Riconosceremo Gerusalemme come capitale indivisa d'Israele". Questa la dichiarazione rilasciata da Donald Trump durante l'incontro con il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Inoltre il candidato repubblicano alla Casa Bianca, in caso di elezione, avrebbe assicurato una forte cooperazione sul piano strategico, militare e tecnologico fra i due Paesi.

Trump a caccia di consensi all'estero

È durato oltre un'ora il colloquio privato svoltosi fra Donald Trump e Benyamin Netanyahu, avvenuto nella residenza dell'aspirante presidente degli Stati Uniti. Durante l'incontro Trump avrebbe garantito che, nel caso il popolo americano decidesse di eleggerlo, riconoscerà Gerusalemme come capitale indivisibile dello Stato d'Israele, facendo riferimento a quanto sancito nel 1980 dal Knesset, il parlamento monocamerale israeliano.

Il magnate statunitense ha dichiarato che: "Gerusalemme è stata la capitale eterna del popolo ebraico per oltre 3.000 anni'', motivo per il quale gli USA, sotto la sua amministrazione, sarebbero portati ad accettare il mandato del congresso del 1995, mai accettato né attuato da alcun presidente.

Quella di Trump si rivela una tattica volta ad alimentare quanto più possibile il sostegno da parte dello Stato israeliano alla sua campagna presidenziale, in una sorta di caccia al consenso estero. Una mossa astuta quella del candidato americano, il quale è andato a toccare un tasto dolente per il governo israeliano, dal momento che la quasi totalità delle nazioni - Stati Uniti compresi - ne riconosce come capitale Tel Aviv.

Anche Paesi come El Salvador e Costa Rica hanno spostato le rispettive ambasciate da Gerusalemme a Tel Aviv. Era il 1967 quando Israele conquistò la parte araba di Gerusalemme, annettendola nel 1980. Questo evento è stato fortemente denunciato dalla maggior parte dagli Stati membri dell'Onu, i quali non riconoscono tale annessione come lecita.

Il destino della Città Santa rimane ancora una delle questioni più complesse da risolvere a livello mondiale.

TrumpNetanyahu, durante il loro incontro, avrebbero anche discusso circa quella che, in caso di vittoria del repubblicano, potrebbe rivelarsi "una straordinaria cooperazione strategica, tecnologica, militare e di intelligence''. Inoltre, come rivelato dallo stesso premier israeliano, i due avrebbero parlato degli sforzi volti a garantire la pace e la sicurezza nel Medio Oriente, nonché nello stesso Stato Israeliano.

A breve l'incontro con Hillary

In seguito all'incontro con Trump, il premier israeliano Netanyahu dovrà vedersi anche con hillary clinton, la quale si sta preparando per la sfida dell'anno.

Infatti stasera, 26 settembre, avrà luogo il primo dei tre dibattiti presidenziali fra la candidata democratica Hillary Clinton e il candidato repubblicano Donald Trump.

Si tratta del primo confronto pubblico fra i due rivali, ritenuto da tutti cruciale in vista delle presidenziali dell'8 novembre. La Clinton, dopo aver goduto per un certo periodo di un largo vantaggio su Trump, si presenterà al confronto televisivo con soli due punti di vantaggio. Secondo i sondaggi politici, alla candidata democratica vanno circa il 44-46% delle preferenze. In base alle ultime stime, oggi si assisterà ad un evento che dovrebbe essere seguito da più 100 milioni di telespettatori, durante il quale si entrerà nell'ultima fase di questa lunga ed agguerrita campagna elettorale.