Sono 424.000 le slot machine attive in tutta Italia. Di queste, oltre 177.000 sono posizionate nei cosiddetti "locali non specializzati", ovvero bar e tabaccherie. Generano un ricavo per l'erario di circa 3,4 miliardi di euro all'anno (questa la cifra del 2015) e hanno un peso consistente nell'economia di uno Stato, quello italiano, che dai detrattori viene indicato da tempo come fautore principe del gioco d'azzardo, proprio per motivi di cassa.
Legge Stabilità
Matteo Renzi ha ora deciso di invertire questa tendenza, mandando un messaggio chiaro: via almeno il 30% delle slot machine dai bar e dalle tabaccherie entro il 2019, e nemmeno un euro proveniente dal settore del gioco deve arrivare per finanziare la ricostruzione post-sisma, come invece avvenne (anche se non sono mai state chiarite le cifre nel dettaglio) dopo il terremoto di L'Aquila del 2009. Strano a dirsi, ma l'annuncio di Renzi non ha trovato un coro unanime di consensi. Non mancano certo i richiami al tema dell'etica e, soprattutto, alla lotta al gioco patologico che ogni anno manda in rovina migliaia di famiglie (c'è chi parla di 268.000 ludopatici, chi di 800.000 e chi di due milioni "a rischio"). Ma il problema è più complesso di quanto si possa pensare.
Nuovi Casinò?
Intanto Renzi ha detto di voler limitare le slot nei locali non specializzati, ma ha aperto alla possibilità di inaugurare nuovi casinò, parlando di una nuova regolamentazione dell'attuale disciplina, finalizzata a ridurre la frammentazione territoriale del gioco. Poi c'è chi, mettendola sul piano dell'etica, osserva che restringere i luoghi pubblici, legali e comunque controllati del gioco, possa in qualche modo incentivare le attività illegali della malavita o quanto meno favorire il mercato online, dove la possibilità di controllo è limitata rispetto al terrestre.
Il Codacons Lombardia
Poi c'è il discorso politico da non sottovalutare, soprattutto in seguito all'intervento del Codacons Lombardia che si è espresso - a proposito dell'annuncio di Renzi - in questi termini: "rischio bluff per ottenere facili consensi elettorali in vista del referendum costituzionale".
È vero che il problema della ludopatia è reale, ma è anche vero che molte attività commerciali riescono a sopravvivere e a far quadrare i conti proprio grazie ai proventi che arrivano dal gioco. E poi ci sono i costi.
Costi e guadagni
Secondo l'agenzia specializzata Agimeg, eliminare le slot da bar e tabaccherie costerebbe alle casse dello Stato oltre 2,5 miliardi di euro l'anno, a fronte dei 3,4 miliardi incassati nel 2015 sotto forma di tasse. È innegabile l'impatto del gioco sulla nostra economia. La raccolta (cioè il totale del giocato, senza tenere conto di quanto tornato indietro ai giocatori sotto forma di vincite) del 2015 di tutte le tipologie di gioco ha superato 88 miliardi di euro, di cui 26 dalle New Slot o Awp (presenti anche in bar e tabaccherie) e 22 dalle Videolottery (che invece sono solo nelle sale gioco dedicate).