Una tegola che affligge l'italia e che più volte è stata palesata come una delle maggiori problematiche inerenti alla politica del Belpaese, ovvero: le spese del governo ai danni dei cittadini che pagano le tasse. Lunedì 24 ottobre 2016 sarà la data in cui verrà discussa alla Camera dei Deputati la proposta di legge avanzata dal M5S e che potrebbe ribaltare le sorti del governo italiano.
La notizia, passata in sordina dai quotidiani nazionali, è stata pubblicata proprio dal leader del movimento 5 stelle Beppe Grillo che attraverso il suo blog mira a portare a conoscenza la popolazione dell'intento del movimento in merito agli stipendi d'oro della politica.
Stipendi faraonici e rimborsi spese infiniti
La proposta di legge che sarà discussa alla Camera, lunedì, porta la firma di Roberta Lombardi ed ha l'intento di rivoluzionare quello che fino ad ora è stato definito uno spreco di denaro pubblico. L'eventuale approvazione della legge potrebbe far risparmiare agli Italiani 61 milioni di euro all'anno, solo per quello che riguarda il provvedimento sugli stipendi, mentre sarebbe di 28 milioni di euro all'anno, la somma risparmiata dal taglio delle spese telefoniche.
Una legge che se venisse approvata, porterebbe un guadagno superiore all'attuale riforma prevista dal governo, che stima un risparmio di soli 51 milioni all'anno, e che ha più volte palesato l'esigenza di ridurre gli attuali costi della politica ma senza andare mai a toccare il tasto "stipendi".
Beppe Grillo e l'hashtag che mette in difficoltà il Si al referendum
Il movimento cinque stelle ritorna all'attacco ed ha intenzione di mettere in serie difficoltà il partito democratico e lo stesso presidente del consiglio Matteo Renzi. Secondo quanto pubblicato da Grillo attraverso il suo blog, l'invito ai cittadini è quello di essere presenti e seguire la discussione prima e la votazione poi, della proposta di legge per abbassare gli stipendi ai parlamentari lanciando l'hashtag #DimezzateviLoStipendio.
Secondo quanto dichiarato dal leader del M5S, se la propaganda del Si al referendum è basata sulla riduzione dei costi della politica, allora per questioni di coerenza e di buon senso, il Partito Democratico dovrebbe votare a favore della legge firmata 5 stelle. In caso contrario, a dire di Grillo, diventerà palese il disiteressamento da parte del governo alla riduzione dei costi della politica e sarà poi vano, l'utilizzo dell'argomento stipendi per la sola propaganda politica, al fine di vincere il referendum e restare al governo.