In occasione della presentazione del Rapporto 2016 GreenItaly, promosso da Fondazione Symbola e Unioncamere, Blasting News ha intervistato in esclusiva il deputato Ermete Realacci del Pd, presidente della Commissione Ambiente della Camera. Vediamo quello che ci ha detto.

Onorevole Realacci, quali conseguenze può avere l'eventuale vittoria del Sì al referendumsulle tematiche ambientali?

"Dal punto di vista delle competenze la Riforma mantiene le prioritàsui temi ambientali sul piano nazionale e le rafforza un po': mi sembra importante non lasciare la scelta alle singole Regioni. C'è un vantaggio che è di sistema: molte volte le leggi ambientali, come altre, vengono rallentate dal bicameralismo paritario. Siamo riusciti a portare a casa una legge sugli ecoreati e una sulle agenzie ambientali, di sono primo firmatario, ma invece questa è la quarta Legislatura in cui approviamo alla Camera una legge sulla valorizzazione dei piccoli comuni, a cui tengo molto, ebbene finora essa è sempre stata appunto approvata dalla Camera mapoi si è fermata al Senato: stavolta spero sia la volta buona perché su abbiamo l'appoggio anche del Movimento 5 Stelle. Comunque in generale in bicameralismo paritario rallenta delle scelte che possono essere utili. Inoltre mi pare che nel dibattito si parlo poco di una cosa: con il Sì ci sarà un forte rafforzamento degli strumenti di democrazia popolare. Io sono uno di quelli che ha organizzato il primo Referendum abrogativo che purtroppo fallì per mancanza di quorum nel 1990 su temi ambientalisti come caccia e pesticidi: votarono il 43% degli aventi diritto ma saltò il quorum. Ebbene con le nuove norme di questa Riforma sarebbe passato: perché se si raccolgono più di 800.000 firme (quota che ormai viene sempre raggiunta) vale come quorum solo la metà dei votanti alla precedenti elezioni Politiche. In più, anche se va capito come verranno applicati, si introduce il Referendum propositivo e il fatto che sarà obbligatorio discutere le Leggi di Iniziativa Popolare, si innalza a 150.000 il numero delle firme ma poi c'è la certezza della discussione: attualmente invece il Parlamento è pieno di iniziative popolari finite nel dimenticatoio."

Tornando ai temi ambientali: alcuni sostengono che con l'attuale Titolo V gli enti locali hanno però la possibilità di bloccare iniziative ritenute dannose per i territori e l'ambiente, mentre la vittoria del Sì li allontana dalle scelte, cosa ne pensa?

"In questo caso bisogna avere dei percorsi che in trasparenza portano comunque a prendere delle decisioni. Le faccio un esempio: parliamo di efficienza energetica, si è molto ritardato la realizzazione (ancora non ultimata) di una dorsale che collega l'Italia alla Sicilia per portare energia elettrica, ma questo ha fatto sì che siano rimaste a lungo in funzione delle centrali vecchia molto inquinanti e costose: il risultato è che gli italiani hanno pagato fra 600 e 800 milioni all'anno in più in bolletta e si è pure inquinato. Se avessimo realizzato prima tale opera ciò non sarebbe accaduto. Quindi in generale, il punto è prendere decisioni in trasparenza, evitare imbrogli come la Bre-Be-Mi, evitare le opere che non servono e rigonfiamenti dei prezzi, ma poi si deve decidere, altrimenti non si riescono a fare neppure le cose giuste. L'Italia è piena di impianti rinnovabili che sono stati fermati da lungaggini, ma il rinnovabileva fatto e pure bene".