Inasprimento del dibattito e moltiplicazione dei casi, fino ad affidarsi alle carte bollate, ribattezzata “la firmopoli grillina”. Dopo Palermo l'inchiesta sulla raccolta di firme irregolari, a sostegno della presentazione delle liste per le consultazioni elettorali, travolge anche Bologna, il rischio è che il numero degli indagati, per ora 10 a Palermo e quattro nel capoluogo emiliano, lieviti a dismisura.
Scontri e polemiche tra movimento 5 stelle, Pd e de luca
Nel mirino dei magistrati
Non ci sono solo gli addetti al recupero delle firme, ma anche i candidati informati delle irregolarità commesse a Bologna, il presunto reato sarebbe stato commesso per le regionali del 2014, al momento tra gli indagati dalla procura di Bologna, spicca il nome di Marco Piazza, vice presidente del consiglio comunale, nonché braccio destro di Massimo Bugani, capogruppo dei 5 stelle ed ex candidato sìndaco, insieme ad altri tre attivisti. Nelle prossime ore ci sarà il voto online del movimento, per i tre Probiviri che dovranno decidere sulle sospensioni dei pentastellati coinvolti.
Piazza ha precisato che: “Viene usato un peso e due misure tra Movimento 5 Stelle e gli altri, a noi viene contestato di tutto, giustamente, dai giornalisti, mentre sulla vicenda di Chiamparino in Piemonte o di De Luca in Campania tutto tace.” In ogni caso il Presidente del consiglio comunale di Bologna ha dichiarato che, nel momento in cui riceverà l'avviso di garanzia, si autosospenderà immediatamente dal movimento 5 stelle.
Caso De Luca
Altro caso quello di De Luca, l'ennesimo per il governatore campano, dopo l'affermazione, in un fuori onda, riferita alla Bindi: "Da ucciderla", ora c'è l'audio pubblicato da Il Fatto Quotidiano, in cui il presidente della Campania invitava 300 sindaci a raccogliere voti per il SI.
La conseguenza è stata l'apertura di un fascicolo da parte della Procura di Napoli, su richiesta della Commissione parlamentare antimafia, anche se per ora non sono configurate ipotesi di reato. La presidentessa della Commissione, Rosy Bindi, ha dichiarato in proposito: “Non potevo non farlo, anche perché è stata una richiesta di tutte le forze politiche, come sempre facciamo.” Intanto, come detto, la Procura di Napoli ha aperto un'inchiesta ed acquisirà l'audio pubblicato da il FQ.
Mentre De Luca si difende: “hanno paura del voto in Campania, un'aggressione mediatica inaudita”, il Movimento 5 Stelle, da parte sua, ha presentato un esposto per istigazione al voto di scambio.