Oggi, 17 novembre, il Movimento 5 Stelle ha presentato al Senato una mozione che riguarda le modifiche apportate cinque anni fa dalla legge Fornero. I grillini chiedono l'aumento delle Pensioni minime a 780 euro (soglia di povertà), e l'introduzione di una quota 41 per tutti coloro che hanno raggiunto questo limite di contribuzione, senza tener conto dell'età anagrafica. I Pentastellati propongono, inoltre, di aumentare la no tax area per i pensionati a 9.360 euro, e l'eliminazione dell'onerosità delle ricongiunzioni che giacciono all'Inps.
Quota 41
Così come M5S, anche i lavoratori precoci insistono su una quota 41 riconosciuta a tutti, indipendentemente dall'età anagrafica. La maggioranza al governo ha fatto capire che la manovra che stanno studiando è il primo passo verso questa opportunità. Oggi questo traguardo sarebbe raggiungibile solo per alcune categorie di lavoratori, mentre per il futuro non si esclude un ulteriore ampliamento. Tuttavia i precoci non sono soddisfatti da queste rassicurazioni, perché in tal caso si resta nel campo delle ipotesi, e non si ottiene alcuna concreta approvazione.
In effetti tra i lavoratori si avverte una certa sfiducia, anche perché le forze politiche che hanno trattato il problema si sono dette disponibili ad introdurre la quota 41 ma, di fatto, il provvedimento non è stato approvato per tutti, ma solo per una piccola platea di lavoratori.
Il motivo è sempre la mancanza di fondi sufficienti, ma c'è chi invece sottolinea che quando c'è stata la volontà di reperire risorse per altre questioni, queste sono state trovate eccome.
L'intervento di Marco Valerio Morelli
Il 2017, dunque, vedrà in ogni caso l'entrata in vigore di una nuova riforma delle pensioni. Marco Valerio Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia, ha dichiarato che l'invecchiamento della popolazione e una sempre più lunga aspettativa di vita impongono una riflessione.
Secondo lui c'è bisogno di rivedere il sistema pensionistico e, in particolare, c'è la necessità di puntare di più sulla previdenza pensionistica che, nel nostro Paese, è ancora poco sviluppata.
Per Morelli, quindi, è necessario ampliare la copertura del sistema pensionistico e, allo stesso tempo, ridurre la concessione di benefit di natura previdenziale prima dell'età utile per lasciare il lavoro.