La nuova legge sulla legittima difesa è stata firmata e, dunque, promulgata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, soltanto pochi giorni fa. Ora manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale per renderla una legge dello Stato italiano a tutti gli effetti. Dell’esultanza di Matteo Salvini si è detto e scritto su tutti gli organi di stampa in questi giorni.
E anche del ‘me ne frego’ del leader leghista in reazione alle precisazioni che il Capo dello Stato si è sentito di mettere per iscritto in una lettera, allo scopo di evitare il ‘far west’ e lasciare la decisione caso per caso nelle mani dei giudici, come avviene già adesso. Dunque, la difesa da oggi è sempre legittima, come afferma il Ministro dell’Interno, o l’uso della forza va comunque circoscritto e regolato dai tribunali, come sostiene Mattarella? Dalla parte di Salvini si è schierato, senza se e senza ma, il direttore del quotidiano Libero, Vittorio Feltri, il quale ha vergato un editoriale di fuoco per avvertire i ladri che, se non vogliono che qualcuno gli spari, allora non gli conviene entrare nelle case degli altri.
Slogan che ha mandato in visibilio il capitano leghista.
L’editoriale di Vittorio Feltri su Libero: avvertimento ai ladri
In apertura del suo editoriale, pubblicato su Libero il 29 aprile scorso, Vittorio Feltri se la prende con i rappresentanti di quella che bolla come “sinistra beota”, i quali continuano a sostenere che la legge sulla legittima difesa, appena promulgata da Mattarella, verrà presto bocciata dalla Corte Costituzionale con la motivazione che la difesa deve sempre essere proporzionata all’offesa e, in pratica, non si può sparare ad un ladro che si introduce nella propria abitazione solo in quanto ladro. Ma chi decide se una reazione è “congrua o meno?”, si chiede Feltri. Insomma, secondo i cosiddetti “progressisti”, la sola violazione di domicilio non giustifica una “schioppettata”, perché la vita di un ladro secondo loro vale di più della propria casa.
La reazione di Salvini: ‘Vittorio ti voglio bene’
Ma Vittorio Feltri la pensa diversamente e giustifica a priori l’eventuale “turbamento” subito da una persona che, mentre guarda comodamente la tv sul divano di casa, “improvvisamente si trova di fronte un tizio che irrompe nella sua abitazione” con l’intenzione di rubare. In questi casi, prosegue nel suo ragionamento il direttore di Libero, l’unico modo per difendersi e scacciarlo non è certo un educato invito ad uscire, ma l’istinto porta ad impugnare un’arma. Dunque, “se nelle fasi concitate dello scontro parte un colpo che stende il furfante, dove è il problema?”, si domanda Feltri.
Per il ladro si tratterebbe soltanto di un “incidente sul lavoro”, visto che ha certamente messo in conto il rischio di morire o essere ferito.
“Incidente” che non sarebbe certo accaduto se il criminale avesse scelto di svolgere un altro mestiere. In conclusione, il decano dei giornalisti italiani consiglia ai ladri di “trascurare di entrare abusivamente negli appartamenti altrui” se vogliono evitare “infortuni gravi”. E chi è contrario alla legittima difesa “sta dalla parte dei delinquenti”. Parole che mandano in visibilio il ‘papà’ della nuova legge Matteo Salvini che, sul suo profilo Facebook, condivide l’editoria feltriano e commenta: “Vittorio ti voglio bene”.