Il vulcano Laziale preoccupa gli abitanti di Roma e di tutta Italia. Si trova a sud-est della capitale e forma un gruppo di rilievi montuosi chiamati Colli Albani. Attualmente questa zona vulcanica mantiene una moderata attività con emissioni di gas - che sono anche altamente tossiche - mutamenti del suolo e frequenti deboli scosse sismiche. Perciò questo vulcano è stato classificato come quiescente, ovvero che si trova in uno stato di inerzia attiva.
Il fatto che il vulcano sia quiescente ed abbia avuto un periodo di riposo da 30 a 40.000 anni fra una fase eruttiva ed un'altra, pone l'accento su un'eventuale nuova attività di eruzione futura, che potrebbe quindi rappresentare una potenziale minaccia per tutti i residenti nei paesi dei Colli Albani e per tutti gli abitanti della capitale.
"Non è un pericolo immediato, ma una situazione da tenere sotto controllo: l’area vulcanica si sta alzando con il passare degli anni; l’attività sotterranea non è estinta", ha detto l'esperto, Fabrizio Marra.
Gas, nuove scosse e una catena di eventi simili a quelli verificatisi tra il 1991 e il 1995 incutono timore e alimentano il dibattito.
Un vulcano vero e proprio, dimenticato dal mondo, a soli 20 chilometri da Roma si risveglia e mette in ansia gli studiosi. E tutto ciò avviene in uno scenario già di per sé preoccupante, costituito dalla lunga scia sismica che negli ultimi mesi ha messo in ginocchio l'Italia e la sua popolazione.
Una previsione concreta non c’è. Alcuni esperti, nonostante questa attualità allarmante, hanno assicurato che non dovrebbe succedere niente di grave nei prossimi mille anni. Ma Fabrizio Marra, studioso dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, specializzato proprio nello studio della geologia dell’area romana, avverte: "la zona vulcanica tradizionale che si trova sotto i Colli Albani, soprattutto dalle parti di Castel Gandolfo non solo non si è estinta, ma si sta lentamente risvegliando.
Si è rimessa in moto. Possiamo presupporre che molto in profondità, fra i 5 e i 10 chilometri, ci sia una massa di nuovo magma in movimento che prima o poi arriverà in superficie".
In altre parole, quell'area dei Castelli romani in cui è stato individuato del magma in salita, come confermato anche dal satellite, potrebbe rappresentare un serio pericolo per i paesi circostanti e, di conseguenza, richiede un'osservazione permanente.