Il Ddl biotestamento è al riesame della Camera, e oggi dovrebbe arrivare il via libera, per poi passare al giudizio del Senato. Cosa entra all'interno del biotestamento che in Italia è tanto atteso? Diverse cose sono inserite nel Ddl, sul quale molti medici fanno pressione affinché venga ratificato in modo ufficiale. Questo per permettere alle persone di venire fuori da un tunnel senza uscita, fatto di scelte difficili e spesso situazioni di stallo che diventano pesanti.
Nelle prossime ore dunque, il biotestamento dovrebbe uscire restaurato dalla Camera dei Deputati, per poi finire sul tavolo del Senato della Repubblica, dove se approvato diverrebbe ufficiale. Andiamo a vedere i due punti fondamentali che sono contenuti nel biotestamento, e come vanno a cambiare le norme che attualmente regolano determinate situazioni cliniche. Nel Ddl ci sono delle regolamentazioni scritte che danno potere ai pazienti di poter scegliere, ma anche ai medici di poter fare una scelta importante.
Biotestamento e accanimento terapeutico
Il biotestamento prevede il divieto dell'accanimento terapeutico.
In pratica qualora si evinca che i trattamenti clinici forniti al paziente sono evidentemente e senza ombra di dubbio inefficaci, si deve subito interrompere la loro somministrazione. Dunque qui si dona voce ad un dibattito che fino ad oggi ha alimentato pagine di giornali e discussioni sul web, dove ci si è sempre chiesti se è lecito porre fine alle sofferenze di chi non ha alcuna speranza di poter guarire. Con l'inserimento di questo divieto all'interno del Ddl sul biotestamento, consequenzialmente si dona al paziente pieno potere sulla propria vita.
Il biotestamento dà voce al paziente
Con il Ddl biotestamento che sarà approvato oggi alla Camera de Deputati, si darà al paziente la possibilità di scegliere in autonomia se continuare le cure o sospendere i trattamenti.
La modifica è contenuta in un emendamento del presidente della commissione Affari sociali della Camera Mario Marazziti, già approvata in commissione, e che attende adesso l'approvazione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Il biotestamento però aggiunge una postilla che rimette nelle mani del medico la scelta finale. Qualora il paziente chieda esplicitamente di interrompere le cure e decida di morire, il medico ha la facoltà non 'staccare la spina, dunque può rifiutarsi di farlo.'