Il caso si riferisce alla regione della Calabria, secondo il direttore del Centro regionale Pellegrino Mancini circa il 50% dei possibili donatori in Calabria non dona, a fronte di una media del centro-nord del 30%, secondo Mancini questo dato negativo sarebbe da imputare ad un irresponsabilità degli eventuali donatori che non si interrogano su cosa potrebbe succedere al proprio corpo in caso di morte.
In Calabria vengono trapiantati giusto una ventina di organi all'anno, anche a causa delle opposizioni dei familiari del donatore. Infatti i casi che vengono citati dal direttore Mancini, non riguardano le persone che hanno esplicitamente espresso l'intenzione di non donare i propri organi, ma quelle persone che hanno espresso chiare intenzioni riguardo al trattamento del proprio corpo "post-mortem".
Le procedure per l'assegnazione di un organo
Per decidere a quale paziente assegnare un organo o meno le procedure sono chiare e ben definite. Mancini cita il Centro Nazionale Trapianti (CNT), con il quale dichiara di avere un rapporto quotidiano.
Il Centro Nazionale Trapianti è l'organo nazionale che ha stabilito i criteri con i quali si può decidere di assegnare un organo a un paziente, piuttosto che ad un altro, il Centro stabilisce anche quali sono i criteri da adottare per stabilire quali sono le caratteristiche che un organo deve avere per essere donato. Mancini inoltre sottolinea come queste procedure non possano essere manomesse in alcun modo.
L'obiettivo della regione Calabria
Mancini sottolinea, inoltre, l'incapacità delle aziende sanitarie della regione di attivare programmi di donazioni per organi come cuore e pancreas a causa della piccola quantità di donatori di organi. Infatti è possibile solo organizzare trapianti di fegato, cornee e reni.
Nel caso in cui un paziente necessiti del Trapianto di un altro organo è necessario dislocarlo in altre regioni dove tali trapianti possono essere effettuati. Lo scopo di Mancini è quello di studiare come aumentare il tasso di donatori in questa regione e a tale scopo è stato attivato un tavolo attorno al quale si sono sedute le quattro aziende sanitarie della Calabria.
Le motivazioni religiose non sono alla base della penuria di donatori
Secondo Mancini le credenze religiose non sono alla base della mancanza di donatori, bensì la motivazione andrebbe ricercata nell'assenza da parte del cittadino della fiducia in tali procedure e infine lancia un appello: è necessario che le persone si assumano la responsabilità di decidere cosa fare del proprio corpo dopo la morte, senza demandare tale responsabilità ad altri.