Stile di vita, una sana alimentazione e la cura giusta per ogni malattia, sono gli ingredienti per vivere bene e vivere a lungo. Così, non serve mangiar bene e curarsi se poi si fuma, o non è sufficiente fare una regolare attività sportiva se poi a tavola si mangia quello che capita. E, in ultima analisi, se una grave malattia prende il sopravvento, senza una cura efficace c’è poco da fare.
La ricerca va avanti e, dove i risultati tardano ad arrivare, puntuale arriva la fantasia.
I soldi non danno la felicità ma allungano al vita
I ricchi, presenti in ogni angolo del mondo, rinuncerebbero volentieri ad una fetta consistente del loro patrimonio se questo servisse a dargli altri anni di vita. Così investono risorse per curare il proprio corpo o per finanziare centri di ricerca con progetti attivi in questo campo. E’ quello che stanno facendo alcuni giganti della Silicon Valley, tra i soggetti più facoltosi del pianeta, finanziando programmi e progetti di ricerca finalizzati all'allungamento della vita.
Nel 2013, i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, hanno creato Calico (abbreviazione di “California Life Company”), un’azienda che ha come obiettivo lo studio dell’invecchiamento e come prevenirlo. Sempre nell’ambiente di Google, un ingegnere esperto di tecnologie avanzate, Ray Kurzweil, immagina di creare dei “nanorobot” da iniettare nel sistema circolatorio. Questi si farebbero carico di tenere sotto controllo tutte le funzioni dell’organismo e di intervenire, riparandolo, quando qualcosa si inceppa.
Mentre Larry Ellison, il co-fondatore di Oracle, multinazionale dell’informatica, sta sponsorizzando - con centinaia di migliaia di dollari - progetti che hanno come obiettivo l’allungamento della vita.
Lo stesso Mark Zuckerberg, uno dei fondatori di Facebook, con un investimento di tre miliardi di dollari in dieci anni, vuole promuovere nuove terapie e nuovi programmi di prevenzione oltre a sponsorizzare BioRxiv, un sito dove vengono pubblicati lavori scientifici, al fine di rendere le ultime scoperte scientifiche sui temi biologici, immediatamente e liberamente accessibili a tutti.
Il magnate russo, Dmitry Itskov, vola con la fantasia e il suo obiettivo è trasferire, entro il 2045, la sua personalità ad un Avatar controllato da un’interfaccia cervello-computer. In pratica, Itskov vorrebbe mantenere la sua coscienza in eterno facendo trapiantare, dopo la sua morte, il suo cervello in un Avatar.
E chi, molto più semplicemente, pensa di mantenersi giovane grazie a trasfusioni di sangue di soggetti più giovani (16-25 anni). Un fenomeno – detto “Ambrosia”, dalla start-up che la promuove - che sta diffondendosi negli Stati Uniti, sempre tra i ricchi della Silicon Valley, a partire dal co-fondatore di Paypal, Peter Thiel. L’importante è avere almeno 35 anni! Chi si è sottoposto a queste trasfusioni ha visto migliorare i biomarker di malattie gravi come cancro, malattie cardiache e Alzheimer. In alcuni casi anche i capelli recuperano il colore perduto.
'Sarà possibile vivere 125 anni'
E’ quanto, pochi giorni fa, ha sostenuto l’ex-cavaliere Silvio Berlusconi. Un messaggio - ad inizio di una campagna elettorale per le politiche della primavera del prossimo anno - per sminuire il peso dei suoi 81 anni appena compiuti (nato il 29 settembre 1936).
Questa affermazione si colloca nel solco degli esempi indicati sopra ovvero degli uomini del nostro tempo, “finanziariamente” potenti, disposti a finanziare progetti di ricerca per dare “più anni alla vita”, in un momento in cui sono in tanti a chiedere “più vita ai propri anni”, visto le drammatiche condizioni economiche che stanno interessando fasce crescenti della popolazione.
berlusconi sta sponsorizzando dei progetti di ricerca dell’Università e dell'Ospedale di San Raffaele di Milano. Sono stati proprio i ricercatori del San Raffaele, secondo Berlusconi, ad assicurarlo che ci sono tutte le condizioni per far accrescere la prospettiva di vita fino a 125 anni. E, visto l'entusiasmo dell'annuncio, se non è populismo, possiamo immaginare che è un traguardo alla portata degli abitanti del nostro tempo. A noi comuni mortali, non ci resta che attendere.