Un bambino di sei anni è stato colpito da mielite flaccida acuta, una patologia a carico del sistema neurologico piuttosto rara ma i cui sintomi ricordano da vicino quelli della polio. È stato accertato al Policlinico San Matteo di Pavia, da una equipe di virologi guidati da Fausto Baldanti con la collaborazione dell'Università degli Studi di Milano, rappresentata da Sandro Binda e Elena Pariani.

Si suppone che la patologia sia dovuta a un particolare tipo di virus – l'enterovirus D68 – che nella maggioranza dei casi provoca qualche starnuto e un po' di raffreddore come una normale sindrome influenzale, ma che in circa l'1 per cento dei casi potrebbe invece dar luogo a paralisi flaccida acuta. Il bambino è ricoverato ormai dai primi giorni di novembre presso la struttura pavese e le sue condizioni sono stazionarie.

L'Enterovirus D68 torna a far parlare di sé dopo il picco di casi segnalati negli States. In Italia – da inizio anno – sono stati registrati 23 casi di infezione pressoché asintomatica, e solo un caso di mielite flaccida acuta.

Secondo gli esperti l'EV-D68 si diffonde nelle stagioni autunnali e estive, e avrebbe un andamento ciclico, presentandosi ogni due anni circa.

Niente panico. Effetti rari. Il virus “attiverebbe” una risposta esagerata

Così come per l'enterovirus responsabile della poliomielite, anche il D68 simil-polio causerebbe paralisi flaccida in solo l'1 per cento dei casi. Come il suo più tristemente celebre cugino, anche in questo caso la sintomatologia si limita a dolori articolari, mal di gola, qualche linea di febbre, problemi a carico del tratto respiratorio.

Oltretutto – secondo quanto si apprende da un approfondimento apparso sulla rivista Focus – sui circa 400 casi di paralisi flaccida acuta registrati negli ultimi anni negli States, l'Enterovirus D68 è stato individuato soltanto in meno della metà dei campioni analizzati su feci e mucose nasali.

Solo in un caso, invece, è stato individuato nel liquido cerebrospinale. Questo rende più difficile attribuire la causa dalle paralisi al virus. O meglio: gli effetti più intensi, secondo alcuni, parrebbero essere la conseguenza di una risposta fuori misura a carico del sistema immunitario, più che opera del virus stesso. Si pensa che l'enterovirus EV-D68 faccia una “rapida incursione” nell'organismo ospite, scatenando una reazione intensa, per poi eclissarsi rapidamente. In alcuni soggetti attiverebbe patologie a carico del sistema neurologico, in altri soggetti invece passerebbe come un normale raffreddore. Al momento non è stato messo a punto alcun vaccino. La scienza, nel frattempo, indaga.