Chi avrebbe detto che l’idolo giovanile di Peter Sagan è stato Lance Armstrong, l’ex campione poi squalificato a vita per doping? Sagan l’ha rivelato in un’intervista concessa a Le Magazine L’Equipe in cui ha ricordato anche alcuni episodi. Il campione slovacco debuttò tra i professionisti proprio mentre Armstrong correva la sua ultima stagione, e al Tour Down Under del 2010 i due ebbero modo di condividere una fuga.

Sagan non ha rinnegato quella ammirazione per l’americano neanche dopo l’ammissione sull’uso di prodotti dopanti che ha portato alla radiazione e alla revoca dei sette Tour de France.

Sagan, quella fuga con Armstrong

Peter Sagan ha ricordato un episodio risalente alla sua prima corsa da professionista. Era il gennaio del 2010 e lui era un ventenne sconosciuto appena arrivato nel Ciclismo su strada dopo una bella carriera giovanile tra ciclocross e mountain bike. Al Tour Down Under la Liquigas presentò questo ragazzo slovacco che non tardò a mostrare tutto il suo talento. Proprio in quella corsa Lance Armstrong aveva iniziato la sua ultima stagione dopo il clamoroso ritorno dell’anno precedente.

Il Down Under era preceduto, come ancora oggi, da un criterium in cui Sagan e Armstrong attaccarono insieme. “Io avevo previsto di rimanere tranquillo in mezzo al gruppo durante il criterium, ma quando ho visto Armstrong che attaccava ho accelerato per andare con lui” ha ricordato il campione slovacco. “Il nostro gruppo di cinque fu poi raggiunto, ma per me fu una grande soddisfazione poter pedalare insieme ad uno dei miei idoli” ha aggiunto Sagan.

‘Un grande corridore’

L’ammirazione di Peter Sagan per Lance Armstrong è testimoniata anche da un altro aneddoto raccontato dal campione slovacco. “Nel 2004, a 14 anni, avevo ottenuto il suo autografo alla partenza del Tour de France da Liegi. Io ero lì perché ero stato selezionato dalla nazionale slovacca per partecipare ad alcune corse” ha ricordato il tre volte Campione del Mondo, che poi ha parlato anche del finale poco glorioso della carriera di Armstrong, spiegando che questo non ha intaccato più di tanto il suo pensiero.

“Dopo ci sono state delle storie, ma la mia opinione è che lui resta uno dei ciclisti che ha fatto molto bene allo sport. Quello che è successo dopo è un’altra questione. Io posso continuare a dire che quando lo guardavo alla televisione era un grande corridore” ha concluso Sagan.