L'Agenzia delle Entrate-Riscossione, dal primo luglio 2017, avrà maggiori poteri nelle procedure di recupero crediti, che si concretizzano innanzitutto nell'accesso alle banche dati degli enti creditori. Ne consegue che il nuovo ente, mediante l’accesso a tali banche dat,i potrebbe accelerare le procedure dei pignoramenti del conto corrento oppure di altre tipologie di remunerazioni.
La nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione, a seguito di una notifica di una lettera raccomandata con la richiesta di pagamento, potrà infatti riscuotere in modo coattivo i crediti contestati. Sebbene la presenza di un conto cointestato impedisce che le somme vengano pignorate direttamente, in tutti gli altri casi il creditore per soddisfare la propria pretesa inadempiuta procede ad un pignoramento presso terzi, ad esempio mediante l'istituto bancario. Questo fino ad oggi ha implicato la necessità di un'autorizzazione del Tribunale per attivare la procedura.
Le cose però da luglio sono destinate a cambiare se il creditore è il Fisco
Niente più autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Entrate per i pignoramenti
L’Agenzia delle Entrate - riscossione infatti può aggredire direttamente il conto corrente del debitore per riscuotere i soldi senza la necessità di nessuna sentenza o autorizzazione del giudice. Scompare dunque la citazione in giudizio del terzo come previsto dall'attuale codice di procedura civile (articoli 553 e seguenti). Dopo 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento (che rappresenta il titolo esecutivo) si potrà procedere al pignoramento di stipendi, indennità, pensioni, ecc.senza dover scomodare il magistrato dell’esecuzione.
I tempi di riscossione saranno accelerati poichè l’ente, potrà pignorare le somme e poi versarle all'agente di riscossione.
In caso di inadempimento del debitore, quindi l'atto di pignoramento verrà inviato alla banca (terzo pignorato). Se il debitore non adempie all’obbligo di pagamento entro i successivi 60 giorni, l’Agenzia delle Entrate - riscossione chiederà direttamente alla banca il versamento dell'importo del debito. Tutto ciò sempre che il contribuente non presenti un’istanza di rateizzazione, formulando altresi un'istanza di sblocco del conto corrente. Per altre informazioni di economia e diritto potete premere il tasto segui accanto al nome dell'autore in alto a sinistra.