Abbiamo parlato molto di smartwatch e orologi intelligenti durante gli ultimi mesi, ma questa volta arriva dal Giappone una notizia che potrebbe interessare l'intera categoria di prodotti. L'Università di Kyoto avrebbe infatti deciso di vietarne completamente l'uso durante le sessioni degli esami di profitto. Ma attenzione, perché se da un lato il divieto di sfruttare orologi e devices intelligenti come l'Apple Watch o il Samsung Gear S2 appare motivato dall'intento di evitare facilitazioni e copiature, qualche perplessità sta destando l'estensione della proibizione anche ai tradizionali orologi analogici.
D'altra parte, l'interdizione all'utilizzo degli smartwatch era già in essere anche in diversi istituti accademici italiani ed europei, a partire (ad esempio) dall'Università di Chieti o da diverse realtà londinesi. Sarebbe infatti troppo forte il rischio che qualcuno si colleghi ad internet per ottenere informazioni utili a passare l'esame senza studiare.
Università contro Smartwatch sancisce la popolarità di questi nuovi dispositivi?
Stante la situazione, appare chiaro e quasi scontato che con il passare del tempo sempre più scuole e università vieteranno progressivamente l'utilizzo degli smartwatch durante gli esami, così come già avviene per altri dispositivi mobili più diffusi come tablet e telefonini.
Una cosa però è certa: la notizia non fa che confermare la progressiva affermazione commerciale non solo degli orologi intelligenti che si connettono ad internet, ma anche dei cosiddetti devices smart wearable, ovvero di tutti quei gadget tecnologici che risultano indossabili (si pensi ad esempio ai fit band ed ai braccialetti in grado di monitorare le funzioni vitali delle persone). Insomma, se il 2015 è stato l'anno degli early adopters per quanto concerne questo genere di prodotti, il 2016 potrebbe davvero diventare il tempo della maturità per tutta una serie di dispositivi che fino a poco tempo fa risultavano retaggio dei migliori film d'azione o di fantascienza.
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