Nonostante l'applicazione si sia già fatta notare negli Stati Uniti a partire dallo scorso gennaio, Faceapp è diventata virale anche in Italia solamente pochi giorni fa (difatti i social pullulano di versioni modificate dei nostri visi) divenendo così la nuova app-tormentone del momento. Questo successo, ovviamente, non è dato al caso ma è dipeso principalmente dalla qualità della trasformazione del viso, effettivamente molto elevata.

La semplicità del suo funzionamento coincide con una tecnologia da quattro soldi?

Una delle chiavi che ha permesso a Faceapp di diventare famosa è certamente quella della semplicità: infatti, per funzionare l'applicazione ha bisogno solamente di una foto nella quale è raffigurato un viso.

L'utente può consegnare all'applicazione la foto in due modi:

  • Può scattarla sul momento, utilizzando la fotocamera
  • Può recuperare una foto salvata sul proprio dispositivo, la quale però deve raffigurare un viso

Bisogna però prestare attenzione alla foto che si decide di utilizzare: se lo scatto non è di alta qualità (ad esempio la foto è sfocata oppure mossa) oppure se indossiamo degli occhiali o dei cappelli, l'applicazione potrebbe non essere in grado di riconoscere il viso dell'utente e dunque non è in grado di eseguire la trasformazione.

Se lo scatto è stato effettivamente di alta qualità è molto probabile che, alla fine del processo, l'utente sia in grado di vedere una versione del viso più vecchia oppure più giovane o addirittura del sesso opposto abbastanza realistica, tanto da non permettere un agevole riconoscimento della versione originale.

Risultati così precisi, però, non sono possibili da ottenere se non si hanno delle basi tecnologiche rilevanti. Basti pensare che sono pochissime le applicazioni che portano a risultati tali e quelle poche che ne sono in grado richiedono un'elevata potenza di calcolo che può essere offerta solamente dagli Smartphone top di gamma (come il Galaxy S8 od S7). Faceapp è innovativa perché non trasforma il viso in locale, ossia sfruttando le risorse del proprio telefono ma invia le immagini ai server privati dell'azienda che si occuperanno delle trasformazione del viso. Una volta completato il processo, l'immagine rimane salvata nei server aziendali per poco tempo, in maniera tale da permettere all'utente di apporre ulteriori modifiche se necessario.

Trascorso questo breve intervallo di tempo, l'immagine viene cancellata e non ve ne resta più traccia.

Ma Faceapp rischia di danneggiare la privacy dei propri utenti?

Assolutamente no. Diversamente da Meitu (un'applicazione simile ma che ha subito diverse controversie proprio in relazione al trattamento dei dati personali degli utenti), Faceapp chiede solo l'accesso alla galleria del dispositivo per poter recuperare la foto scelta dall'utente e l'accesso alla fotocamera affinché possa essere possibile lo scatto della foto. Oltre a questo non ci sono altri permessi che possano mettere in dubbio la sicurezza dei dati personali.

Di certo è incredibile come sia andata avanti la tecnologia: basta vedere quanto complesse siano le app di oggi e nonostante tutto l'utente continua a vedere app semplici, con poche icone tutte ben descritte e alla portata di tutti.