Le banche di 18 paesi sono state attaccate da hacker legati alla Corea del Nord. Questo è il rapporto della società russa di sicurezza Kaspersky. Le operazioni criminali (ribatezzate dagli esperti come "Lazarus"), oltretutto, sono in crescita e si fanno sempre più audaci.

Denaro rubato e speso per armi nucleari?

Due dei ricercatori di Kaspersky hanno individuato le rapine informatiche in quattro istituti finanziari di Bangladesh, Vietnam, Filippine ed Ecuador.

Lazarus, però, avrebbe anche attaccato filiali in Costa Rica, Etiopia, Gabon, India, Indonesia, Iraq, Kenya, Malesia, Nigeria, Polonia, Taiwan, Thailandia e Uruguay. L'individuazione della Corea del Nord come base delle operazioni di hacking sarebbe dovuto, incredibilmente, ad un errore da parte degli stessi pirati informatici. Per nascondere le loro posizioni, riuscivano a deviare il segnale puntando server dalla Francia, Taiwan o dalla Corea del Sud ma una disattenzione ha permesso agli esperti russi di rintracciare e risalire alla nazione guidata dal controverso leader Kim Jong-un: "La Corea del Nord ha una ruolo molto ben definito in questa operazione" ha dichiarato Vitaly Kamluk, che guida il team di ricerca Asia-Pacifico di Kaspersky.

La storia degli hackeraggi iniziano, forse, nel 2013 quando banche ed emittenti della Corea del Sud sono stati sotto attacco e il governo ha accusato i suoi vicini a nord. Nel 2014, gli stessi USA accusano la CdN per l'hack su Sony Pictures in merito all'oscuramento del film "The Interview" ambientato proprio nel discusso paese asiatico. Alla fine del 2015, i pirati di Lazaurs spostano la loro attenzione al sistema finanziario globale. Secondo i ricercatori la prima vittima sarebbe una banca vietnamita mentre gli ultimi attacchi, avvenuti a marzo, sono avvenuti in Gabon e Nigeria.

I risultati delle indagini sono stati resi noti al pubblico soltanto lunedì scorso durante il convegno di cybersicurezza "Security Summit Analyst" patrocinato dalla stessa Kaspersky sull'isola di Saint Maarten, nei Caraibi del sud.

La stessa azienda russa, una delle prime al mondo in ambito di sicurezza informatica, è sospettata dai servizi segreti USA di avere fortissimi legami con il Cremlino, che però negano con insistenza ogni accusa.