All'alba delle nuove riforme in merito alla privacy delle più grandi piattaforme quali Google, Facebook e Whatsapp la scuola superiore numero 11 di Hangzhou in Cina risponde con l'introduzione di un'intelligenza artificiale in grado di controllare le emozioni ed il livello di attenzione dei propri studenti.
La nuova scuola 2.0
Grazie a questo nuovissimo ed efficacissimo strumento è possibile registrare ad intervalli di trenta secondi le emozioni ed i sentimenti di ogni alunno tenendo sotto controllo paura, emozione, noia, rabbia, confusione e irritazione.
Il sistema è peraltro in grado di riconoscere le tipiche azioni dello studente quali scrivere, leggere, alzare la mano ed, addirittura, dormire sul banco. Se da un parte sarà un problema per tutti quei ragazzi che non sono riusciti a rinunciare alla serata con gli amici d'altra parte sarà particolarmente utile al professore capire con che tipo di ragazzi ha a che fare e decidere se, in alcuni casi, premiare qualcuno ed, in altri, prendere provvedimenti a svantaggio dell'alunno.
Il problema della privacy
I sistemi di riconoscimento facciale sono in voga da anni ormai nelle scuole cinesi principalmente per l'accesso alla mensa o prendere libri in prestito in biblioteca o addirittura per fare l'appello.
Tuttavia, questo nuovo strumento che va ben oltre la concezione che noi abbiamo di privacy, è sicuramente uno dei primi nel suo genere. Alcuni genitori degli studenti della scuola numero 11 hanno espresso dubbio e preoccupazione riguardo la privacy dei propri figli ricevendo rassicurazioni dal preside il quale ha affermato che le immagini sono salvate su un server locale interno alla struttura scolastica e non sul cloud. Ma siamo sicuri che il vero problema sia un'ipotetica diffusione delle immagini? Non è già un mancato rispetto della privacy di ogni singolo studente controllare assiduamente il suo stato emotivo mettendo peraltro a rischio la sua carriera scolastica?
L'ondata di sicurezza digitale ha preso piede in Cina con l'inesorabile e sempre crescente aumento di telecamere di sicurezza all'interno delle classi affinché i genitori potessero osservare in streaming ed in tempo reale tutto ciò che accadeva nella scuola dei figli al fine di ridurre al minimo i maltrattamenti da parte degli insegnanti e gli episodi di bullismo.
Ci troviamo però davanti ad un grande paradosso che ci mostra quanto in realtà tutti questi oggetti dell'era digitale (dagli smartphone agli aerei) non siano in realtà progettati per essere protetti in primis dal cybercrime.
Il cybercrime
Il cybercrime è una nuova piattaforma di guadagno sviluppatasi in questi ultimi anni e che sta diventando un vero e proprio affare. Se decine di anni fa erano giovani adolescenti a creare virus letali per i sistemi della Casa Bianca o del Pentagono adesso si tratta di veri e propri professionisti nel settore consapevoli del valore delle informazioni che riescono ad hackerare. È doveroso comprendere quanto il business digitale illegale stia via via crescendo e ben presto sarà terra fertile per gli attacchi terroristici. Sarà quindi auspicabile che le grandi aziende dell'era digitale mettano un freno a questa corsa contro il tempo verso chi produce prodotti più avanzati e anzi si pongano un freno per lavorare, piuttosto, sulla sicurezza dei loro sistemi.