L’11 Maggio è ufficialmente il giorno arcobaleno, giorno in cui dopo lunghe lotte, resistenze e cortei per un diritto che è sempre stato negato e, a volte, anche ignorato, è stata approvata la legge Cirinnà che prende il nome dalla senatrice Monica Cirinnà. La normativa regolamenta le unioni civili anche tra persone dello stesso sesso ed ha fatto la felicità di ben 8.000 famiglie italiane che hanno avuto finalmente riconosciuta la loro esistenza anche, e soprattutto, a livello istituzionale.
La forza delle parole
La legge ha avuto il suo lungo e, sicuramente, non facile percorso prima di essere approvata.
Tuttavia, questa conquista che un Paese fortemente in crisi come l’Italia è riuscito ad ottenere, incontra oggi ostilità nelle parole del nuovo ministro della famiglia Lorenzo Fontana. C'era da aspettarselo, alla luce delle sue posizioni piuttosto rigide e dichiaratamente contrarie alla questione, espresse a chiare lettere anche quando non era un esponente di governo. L’affermazione che ha fatto discutere e che ha provocato l'insorgere delle associazioni Lgbt e dell'opposizione di centrosinistra che lo hanno definito "antiquato" e "reazionario", è stata quella di non riconoscere l’esistenza delle famiglie arcobaleno, termine con il quale si intende comunemente una famiglia composta da una coppia omosessuale.
La legge Cirinnà risulta essere in ogni caso protetta, innanzitutto dalla Corte Costituzionale, ma anche dalla sentenza 138 del 2010.
Le posizioni di Lega e M5S
Se da un lato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha preso le distanze dall'affermazione di Fontana perché l'eventuale revisione della legge Cirinnà "non fa parte del programma di governo e le convinzioni personali del ministro della famiglia non possono in alcun modo modificare le priorità del governo", lo stesso ha espresso comunque la sua posizione a riguardo che non è mai stata benevola nei confronti delle 'nuove' famiglie."Io credo che il nostro Paese debba continuare ad avere principi per cui la mamma si chiama mamma ed il papà si chiama papà ed un figlio viene adottato solo se ci sono una mamma ed un papà", ha dichiarato nella circostanza il vicepremier.
Sulla questione, invece, il Movimento 5 Stelle ha sempre dato 'libertà di coscienza' ai propri parlamentari. In realtà, il nominativo inizialmente ventilato nell'ambito delle trattative tra M5S e Lega per il dicastero della famiglia era quello di Vincenzo Spadafora, fedelissimo di Luigi Di Maio che, nel recente passato, si era espresso anche a favore delle adozioni da parte delle coppie omogenitoriali.
La legge Cirinnà
La legge Cirinnà regolamenta dal 2016 le unioni civili. La normativa stabilisce che due persone maggiorenni dello stesso possano costituire di fatto una 'unione civile' mediante dichiarazione dinanzi ad un ufficiale di stato e con due testimoni. L'unione civile è il termine con cui nell'ordinamento italiano si indica l'istituto giuridico di diritto pubblico, simile ma non uguale al matrimonio che comporta il riconoscimento giuridico della coppia, finalizzato a stabilirne diritti e doveri reciproci. Tale istituto estende anche alle coppie omosessuali gran parte dei diritti e dei doveri previsti per il matrimonio, incidendo sullo stato civile della persona. Consente infine la possibilità da parte dei tribunali di applicare le norme sull'adozione in casi particolari come l'adozione del figlio del partner, conosciuta anche con il termine 'stepchild adoption'. Riteniamo sia una legge importante che deve essere difesa in un Paese come il nostro dove ancora esistono situazioni di pesante discriminazione.