Dodici notti dopo il Natale cade la festa dell'Epifania, il 6 gennaio. In tale occasione s'intrecciano due diverse celebrazioni: da una parte c'è la festa cristiana legata al pellegrinaggio dei re magi, venuti dall'estremo oriente per conoscere ed adorare Gesù Bambino, dall'altra c'è l'usanza di aspettare la befana, figura popolare, che a cavallo della sua scopa, solca la notte fra il 5 e il 6 gennaio, per elargire doni o carbone ai bambini.
Questo è quello che conosciamo e che la tradizione c'insegna, ma quali sono i significati nascosti dietro queste usanze? Qual è il legame fra la Befana e la nascita di Gesù?
Epifania: i significati dimenticati
Nulla nasce dal niente e come moltissime altre feste, anche l'Epifania ha origini molto antiche, che precedono il culto cristiano. Ci sarebbe molto da dire su questa festività, ma per coerenza, continuiamo il filone iniziato con i precedenti articoli, per raccontarvi i collegamenti con il culto della Grande Dea ed esplorare i significati ad esso legati. Ci troviamo nel bel mezzo del portale solstiziale e ogni giorno in questo periodo è carico di energia e significato. Secondo alcuni questa "porta" resta aperta da una settimana prima ad una settimana dopo il solstizio, secondo altri abbraccia un arco temporale che va dal giorno di Santa Lucia all'Epifania.
Poco importa conoscere le date per certo, ma è sicuro che stiamo attraversando un momento magico ed ogni giorno porta con sé un significato particolare ed un messaggio importante per la nostra evoluzione.
Abbiamo ampiamente parlato del Solstizio d'Inverno, dei suoi significati spirituali e del suo collegamento con il Natale. All'alba del 22 dicembre nasce il sole bambino, nella notte fra il 24 e il 25 dicembre nasce Gesù Bambino. Notate come la vita provenga dall'oscura notte, simbolo dell'oscuro ventre materno? Dodici notti dopo il Natale, festeggiamo l'Epifania, ossia la manifestazione della divinità di Gesù al mondo. Il termine Epifania deriva dal greco e significa "manifestazione", "presenza divina", "apparizione".
Gli Epifani infatti, nell'antica Grecia, erano le divinità che apparivano agli esseri umani. Nella tradizione cristiana, questa parola è utilizzata a partire dal III secolo d. C., per indicare la prima manifestazione della divinità di Gesù, accaduta in presenza dei Magi. Prima dell'introduzione in calendario del Natale, esisteva un'unica grande festa cristiana, chiamata Teofania (Manifestazione di Dio). La figura della Befana, cosa rappresenta in tutto questo? Molto probabilmente questa figura è legata agli antichi culti agricoli, dediti alla venerazione della Grande Dea, precedenti il cristianesimo. Andando indietro nel tempo, scopriamo infatti che nell'antichità la dodicesima notte dopo il solstizio d'inverno, veniva celebrata la morte e la rinascita di Madre Natura, con riti propiziatori la fertilità dei campi, da cui dipendeva la sopravvivenza dei popoli. La Dea Madre Diana, nelle sembianze di Crona, solcava i cieli, elargendo doni, simbolo delle messi pronte a sbocciare a primavera.
Al Solstizio d'Inverno dal grembo della Grande Dea, nasce il sole bambino, il figlio della promessa. Madre Terra ha donato tutta se stessa nel corso dell'anno. Con la sua potente energia ha fecondato i campi e i ventri delle donne, ha fatto crescere le messi e donato i suoi frutti al mondo. Assume ora le sue vesti di anziana apparendo spoglia, stanca, con i capelli bianchi, così come spoglia e ricoperta di candida neve è la natura. E' pronta al riposo e come un ramo secco, può essere data alla fiamme, da cui rinascerà, nelle sembianze di dea fanciulla. Nella sua ultima notte sotto forma di crona, vola nei cieli elargendo regali, simbolo dei semi (intenti e progetti) che cresceranno sotto le nevi e fioriranno in primavera