Come immagina la razza umana un incontro con esseri extraterrestri? Per anni la cinematografia ha provato a prevedere questo fatidico incontro e non sempre i risultati sono stati positivi. Indipendence Day e Aliens sono sufficienti per farci accapponare la pelle al pensiero di un incontro con razze aliene. C’è chi giura di aver già incontrato gli alieni, chi sarebbe stato a bordo dei loro potenti velivoli in grado di curvare lo spazio e il tempo e chi addirittura sarebbe il frutto di un incrocio genetico.
Per il momento però, in via ufficiale siamo ancora soli nell’Universo, anche se ancora per poco. Stando alle affermazioni di Chris Impey, professore e vice capo del dipartimento di astronomia dell'Università dell'Arizona, siamo sul punto di risolvere un mistero probabilmente antico quanto l’uomo.
La scoperta prossima della vita aliena
Secondo il professor Impey, entro il 2030 scopriremo la vita nel nostro Sistema Solare. “Scommetto che troveremo la vita microbica nel giro di 10-15 anni, ma non incontreremo però esseri alieni intelligenti”, ha affermato durante un’intervista con Futurism. Gli esperti ritengono che qualsiasi pianeta con un nucleo roccioso e molecole d'acqua - combinazione che sembra essere abbondante nel nostro Sistema Solare - ha il potenziale per sostenere la vita.
Secondo un processo particolare noto con il nome di radiolisi, una piccola quantità di radiazione viene liberata dal nucleo roccioso di un pianeta che successivamente rompe le molecole d'acqua. Questo processo può quindi sostenere la vita microbica.
Gli scienziati dell'Università del Texas a San Antonio e il Southwest Research Institute, hanno precedentemente dichiarato che la luna di Saturno Encelado, la luna di Giove Europa, Plutone e la sua luna Charon, il pianeta nano Cerere, sono tutti potenziali candidati per sostenere la vita. Nel mese di aprile, gli scienziati della Nasa hanno rivelato che su Encelado vengono rilasciati pennacchi d'acqua che contengono idrogeno, un buon indicatore per la vita microbica.
Inoltre solo pochi giorni fa l’emozionante notizia che probabilmente sulla superficie della ISS possano essersi depositati microbi provenienti dal pulviscolo delle comete. C’è chi ritiene che la questione di spendere milioni e milioni nella ricerca di vita microbica sia pura follia date le numerose testimonianze di avvistamenti e incontri ravvicinati che molti testimoni riportano, e che non vengono investigati a dovere.