Appartenere ad una royal family comporta certo molti onori e molti oneri. Ma, al di là delle responsabilità istituzionali e dei vantaggi della categoria, può anche capitare di ritrovarsi annoverati tra i membri di una classe meno blasonata, ma altrettanto privilegiata, se non altro a livello mediatico. E anche contendersi lo scettro di “donna più influente del 2018" implica qualche impegno, oltre che una buona capacità di distacco.

Perché, se il titolo reale non ha tempo, quello di modello di riferimento ha una scadenza piuttosto breve. Essere scalzati del blasone è un attimo, come insegna l’esperienza delle due giovani duchesse del Regno Unito.

La ‘vecchia’ Kate e la nuova Meghan

La classifica di “Vogue” Uk parla chiaro: il 2018 è di Meghan Markle. Kate Middleton, con il suo fascino discreto e il suo indiscutibile savoir faire, può farsene una ragione. Il suo nome non compare infatti nella patinata lista delle 25 donne più influenti dell’anno, stando almeno a quanto afferma l’autorevole rivista. Una volta superata la rigorosa selezione che le ha consentito di entrare a far parte della nobile stirpe dei Windsor, dopo aver conquistato il benestare di Her Royal Highness, la Regina Elisabetta II, Meghan Markle ha subito un’invidiabile metamorfosi, passando più o meno agilmente da attrice holliwoodiana a duchessa di Sussex, titolo che le è valso l’ingresso ad honorem nell’universo delle 25 muse ispiratrici, il cui successo suscita l’invidia e l’ammirazione di noi, comuni mortali.

Nell’immaginario collettivo, è assodato che l’attrice famosa che sposa un principe sia il cliché perfetto per romantiche reminiscenze di antiche fiabe. Ma non c’è solo la neo-duchessa, tra le leader internazionali alla cui carriera aspirerebbe ogni lettrice. Le altre 24 in elenco non hanno nulla da invidiarle, anzi.

Tra battaglie razziali e femministe

Balzata agli onori delle cronache per le sue origini afroamericane e le sue campagne femministe, nonché per le acrobatiche evoluzioni dell’ingestibile famiglia “allargata”, la Markle ha conquistato una delle 25 caselle riservate alle “donne più influenti del 2018”, nella lista stilata da “Vogue”, che la definisce come colei che "sta contribuendo a forgiare una nuova identità per la monarchia del XXI secolo, avendo catturato l'immaginazione pubblica come nessun’altra".

Fra le 24 “colleghe” compaiono donne di spettacolo, politiche, businesswomen, giornaliste e nobildonne. Tra tutte, spicca un nome noto, associato anche al matrimonio del principe Harry per avervi partecipato assieme all’avvenente, famosissimo marito. Si tratta di Amal Alamuddin, in Clooney, moglie del ben noto George, al quale non deve certo la propria fama, brillando di meritata luce propria. La signora Clooney, infatti, è un avvocato di successo e può anche vantare una maternità doppia, grazie alla coppia di gemelli avuti dal consorte. Altra titolare dell’ambita posizione in classifica, la stilista e figlia d'arte Stella McCartney, divenuta creatrice di Moda a soli 12 anni, quando disegnò il suo primo abito, per poi approdare a Case di haute couture come “Gucci” e “Chloè”.

Ha inoltre collaborato con “Adidas”, passando per la catena “H&M”. Meritatissimo anche il titolo di musa ispiratrice conquistato da Ruth Davidson, leader del Partito Conservatore scozzese e, sempre in ambito socio-politico, dalla segretaria del “Department for International Trade”, Antonia Romeo. Sul piano letterario, compaiono due scrittrici: J.K. Bowling e Sinéad Burke. A quanto pare, le donne subiscono anche il fascino delle scienze, dal momento che nella lista c’è posto anche per la biochimica Priyanka Joshi. Tre le giornaliste annoverate orgogliosamente nella lista: Amelia Gentleman, Carole Cadwalladr e Katharine Viner; la cantante ventiduenne Dua Lipa. e l’anziana baronessa Hale, presidente della Corte Suprema di Londra.

Alla lista si aggiungono la direttrice pubblicitaria Karen Blackett, la direttrice musicale Grace Ladoja, seguite dalla direttrice artistica della Royal Court, Vicky Featherston, dalla fondatrice di una società di strategie social, Hannah Anderson, e da una dirigente televisiva, Carolyn McCall. Per poi proseguire con la dirigente del Manchester United, Collette Roche; la direttrice di vendite, Natalie Kingham; la direttrice della “Tate Modern”, Maria Balshaw.

C’è chi pensa ad altro

Ma con che spirito la duchessa di Cambridge, Kate Middleton, avrà preso l’esclusione dalla classifica, considerato il fatto che sembrerebbe proprio essere stata sostituita dalla tenacissima cognata? In realtà sembra non curarsene più di tanto, presa com’è dalle gioie della maternità.

Pensa piuttosto a godersi il congedo di ben 26 settimane, lontano dai riflettori. E chissà che non voglia addirittura estenderlo a 52, che le sarebbero utili a dedicarsi ai tre piccoli principini: Gorge, Charlotte e Louis.