Il sole dopo la tempesta. O, perlomeno, un raggio. Gli USA hanno deciso di concedere una proroga di 90 giorni al colosso di Shenzhen: tre mesi durante i quali potrà pianificare più serenamente una strategia valida per uscire dall’impasse in cui è stata cacciata dall’amministrazione Trump e magari cercare una via di mediazione con Google.

Il comunicato del Dipartimento del Commercio USA

Il Dipartimento del Commercio americano ha emanato un comunicato in cui si legge che è stato prorogato il termine entro il quale ogni relazione commerciale dovrà essere chiusa.

Una proroga che “ripristina parzialmente requisiti e politiche di licenza, in virtù del Regolamento di amministrazione delle esportazioni”. In parole semplici, il documento autorizza l’azienda cinese di accedere ancora a servizi e prodotti americani, necessari al funzionamento dei dispositivi attualmente in commercio. Le sarà data inoltre la possibilità di avvalersi degli aggiornamenti software che servano a mantenere operativi reti ed apparecchiature, purché si tratti di prodotti già esistenti. Il veto, infatti, è posto sin da adesso sui circuiti destinati alla costruzione di nuovi apparecchi. La proroga verrà applicata ai contratti stipulati con data antecedente al 16 maggio.

Tregua anche per gli utenti e probabili ulteriori proroghe

La parziale apertura di Trump nei confronti di Huawei implica non solo una tregua per l’azienda stessa, ma un attimo di sollievo anche per gli utenti del colosso tecnologico che si pone come secondo a livello mondiale, subito dopo il coreano Samsung. Potrebbero oltretutto essere concesse ulteriori proroghe, ma il dato rassicurante è che, di fatto, fino al 19 agosto, i possessori di dispositivi Huawei (che sono contestualmente utenti di Google) non dovranno correre ai ripari, almeno non nell’immediato.

Il rovescio della medaglia

Naturalmente, la proroga in atto non potrà che essere estesa ai servizi che fanno da contorno necessario al funzionamento delle apparecchiature. Dunque saranno incluse Qualcomm, Intel e Broadcom, allo scopo di garantire “integrità e affidabilità delle reti e delle apparecchiature esistenti”, perché siano pienamente operative, come dichiarato dal Segretario del Commercio, Wilbur Ross.

Ma, come ogni benevola concessione, anche questa potrebbe celare qualche insidiosa doppia faccia, stando almeno a quanto sostiene qualche analista. Se da una parte, infatti, c’è chi osserva l’apertura come un segnale positivo, volto a tirar fuori Huawei dalla blacklist, dall’altra si esorta a rimanere prudenti di fronte a un gesto di apparente generosità che potrebbe nascondere l’anticipazione di un conflitto tra le superpotenze mondiali. Questo, almeno, nel pensiero di Ren Zhengfei, fondatore della stessa Huawei.